Meteo: le previsioni per l’estate 2024
Secondo i modelli stagionali i mesi di giugno, luglio e agosto promettono temperature più elevate della media stagionale e una marcata instabilità pluviometrica
Ogni anno l’estate si presenta più secca e calda della precedente, inducendo a non considerare più tali situazioni come “anomale”, bensì come trend ormai stabili verso un progressivo inasprimento del clima. Per lo meno nella finestra temporale dei prossimi anni. Anche l’estate 2024 promette di allinearsi a tale evidenza, per lo meno stando ai modelli previsionali applicati alle previsioni metereologiche europee.
Tra La Niña ed El Niño
La Niña è il fenomeno meteorologico opposto a quello de El Niño. Quest’ultimo ha periodicità di circa cinque anni e nei mesi di dicembre e gennaio genera un riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centro-meridionale e orientale. Ciò ha ripercussioni anche sull’Europa, ove si assiste a un generale innalzamento delle temperature. Al contrario, La Niña abbassa le temperature delle acque del Pacifico equatoriale, provocando un generale raffreddamento dell’atmosfera sovrastante che influisce poi sul clima globale.
Tale effetto non è però omogeneo ovunque, mostrandosi effetti casuali che conducono a situazioni climatiche diverse a seconda della regione considerata. In tal senso, nonostante l’avvento de La Niña i modelli climatici ipotizzano un’estate calda e secca sull’area del Mediterraneo.
Cosa dicono i modelli Copernicus multisystem
Quanto alle temperature dell’Europa meridionale, i modelli del Copernicus multisystem prevedono che la prossima estate sarà più calda della media degli ultimi anni, con una probabilità di accadimento che oscilla fra il 70% e il 100%. A giugno si prevede quindi un aumento termico che potrebbe cadere in una forbice abbastanza ampia, da 0,5 a 2°C, con un incremento modellizzato fra 1 e 2°C rispetto alla media anche nei mesi di luglio e agosto.
Circa le precipitazioni, sull’Europa meridionale si conferma l’alternanza di lunghi periodi siccitosi interrotti da brevi ma intense precipitazioni anche a carattere violento, incluse le grandinate. Se quindi le continue piogge di maggio stanno creando problemi a mais e soia appena seminati, allagando anche i campi coltivati a cereali a paglia, è ipotizzabile con un buon grado di approssimazione che l’estate porterà difficoltà metereologiche opposte per chi abbia seminato colture primaverili-estive.
In tal senso rischiano di verificarsi ancora le condizioni già registratesi nel 2003 e 2013, quando le piogge abbondarono fino a inizio giugno, salvo poi abbandonare le scene per quasi tutta l’estate. Dal punto di vista delle colture, sarà quindi bene organizzarsi con i più opportuni impianti di irrigazione, al fine di sfruttare al meglio le scorte di acqua immagazzinata in abbondanza nei grandi laghi, come pure quella depositatasi in alta quota sotto forma di neve sino a inizio maggio.