Semina dei cereali: agronomia e tecnologie
L’integrazione delle moderne tecnologie con le più virtuose pratiche agronomiche permette ai cereali di partire nel migliore dei modi prima dell’arrivo dell’inverno
Dopo le intense piogge della seconda metà di ottobre, il primo scorcio di novembre si è distinto quanto a bel tempo e temperature primaverili. Le previsioni annunciano però che tale falsa primavera è destinata a durare poco e quindi è bene pianificare con cura la semina dei cereali, ormai imminente.
Fatte salve le corrette scelte aziendali quanto a varietà da seminare, variabili in funzione del territorio e del momento stesso della semina, sono diverse le pratiche agronomiche e le tecniche gestionali che possono concorrere a migliorare la fase di germinazione e il successivo sviluppo dei cereali autunno-vernini.
Attrezzature, chimica e applicazioni digitali possono infatti essere integrate fra loro in modo razionale, al fine di minimizzare i passaggi in campo e l’impiego di input, ottimizzandone la distribuzione sia in termini quantitativi sia spaziali.
Le mappe di prescrizione: quello che serve, dove serve
Fra le innovazioni più interessanti degli ultimi anni meritano particolare attenzione quelle afferenti al mondo del digitale. Diverse le soluzioni proposte in tal senso, per lo più basate su applicazioni che elaborano le informazioni fornite dai satelliti o tramite l’uso di specifici droni.
Grazie alle più moderne sensoristiche è infatti possibile rilevare il grado di fertilità del suolo nelle diverse aree di ogni singolo appezzamento, permettendo in tal modo alle applicazioni digitali di realizzare puntuali mappe di prescrizione sia per le pratiche di concimazione, sia per la semina. In tal modo si otterranno significativi risparmi di mezzi tecnici, realizzando in campo le più idonee densità di semina.
Unico limite di tali soluzioni, la necessità di contare su tecnici adeguatamente attrezzati e formati, come pure di impiegare in campo macchine e attrezzature in grado di operare in accordo con le mappe di prescrizione stesse. Di norma, i contoterzisti professionali sono dotati delle prime, mentre i consulenti tecnici sono spesso debitamente attrezzati per effettuare i rilievi e per produrre le relative mappe. Rivolgersi alle persone più qualificate apporta quindi significativi vantaggi al bilancio complessivo delle aziende.
Attrezzature efficienti e personale professionale
Ogni realtà cerealicola varia per condizioni pedoclimatiche, necessitando quindi di specifici approcci tecnici. Come regola comune, però, vale sempre quella di scegliere macchine e attrezzature tecnologicamente evolute, poiché sono quelle che assicurano i più elevati standard di efficienza. Questa si traduce a sua volta in minori dispendi di tempo, fatica e denaro, a partire da quello speso in gasolio. Una variabile, questa, che trova nella semina su sodo la propria migliore espressione, visti gli elevati risparmi di carburante che essa consente.
In alternativa, la corretta esecuzione delle ultime lavorazioni del terreno e della semina permette alla coltura di partire in modo più omogeneo e vigoroso. A conferma, un letto di semina ben preparato favorisce la deposizione uniforme dei semi quanto a profondità e distanza fra loro. In alcuni casi, le due operazioni sono effettuabili contestualmente, grazie alla disponibilità di cantieri di lavoro composti da seminatrici abbinate a erpici, a dischi o rotanti. Infine, la presenza di adeguate tramogge, portate posteriormente e/o anteriormente, permette di combinare fra loro mezzi tecnici differenti, come per esempio semi di colture diverse, oppure concimi. Consigliate in tal caso le attrezzature con i distributori azionati per via elettrica, sistema cha assicura la massima precisione della distribuzione di semi e fertilizzanti.
Le seminatrici più moderne sono infatti in grado di ottimizzare la deposizione dei semi anche operando a rateo variabile, consentendo di deporre insieme ai semi anche specifici prodotti chimici per la difesa e la nutrizione delle colture.
Quest’ultima pratica è resa possibile dall’ampia disponibilità sul mercato di fertilizzanti granulari a predominante base fosfatica, capaci cioè di conferire un evidente effetto starter alle colture.
La dose per ettaro può però variare in funzione del titolo del concime, ma anche della seminatrice impiegata. Le soluzioni più interessanti in tal senso prevedono sistemi di dosaggio intermittente, tali da rilasciare la giusta dose di granulare a pochi centimetri dal seme. Grazie a tali sistemi si possono ottenere risparmi di fertilizzanti di oltre il 50%, senza ridurre la velocità di esecuzione della semina.
Attenzione alle malerbe
Negli ultimi anni i diserbi di pre-emergenza o di post-emergenza precoce stanno acquisendo un ruolo di crescente importanza in termini di rese finali. Diversi fenomeni di resistenza verso alcune famiglie chimiche hanno infatti spinto molte aziende a ricorrere a erbicidi residuali da applicare in autunno, pratica quasi abbandonata in passato per via dell’abbondanza di soluzioni di post-emergenza proposte dal mercato.
I meccanismi di azione disponibili in pre-emergenza sono infatti diversi, permettendo al contempo di contrastare i fenomeni di resistenza e di condizionare profondamente la flora spontanea fin da subito. Ciò si tradurrà in maggiori rese alla raccolta, grazie a una maggiore pulizia del terreno soprattutto durante la fase di accestimento.
L’importanza dei giusti pneumatici
La compattazione del terreno è fenomeno da ridurre il più possibile. In tal senso è bene pianificare le diverse operazioni in campo in modo da minimizzare i passaggi con le macchine, ma anche la giusta scelta dei pneumatici concorre positivamente, in special modo in termini di pressioni di esercizio. Se durante gli spostamenti su strada servono pressioni più elevate, al fine di ridurre gli attriti e il beccheggio del trattore, in campo è bene operare a pressioni inferiori al bar. Non tutti i pneumatici permettono però tali basse pressioni e non tutti i trattori sono dotati di sistemi di gonfiaggio e sgonfiaggio automatici.
Ciò non di meno, l’adozione di entrambe le soluzioni consente di operare sempre con il massimo della trattività in campo, minimizzando al contempo la compattazione del terreno. Due variabili che sul lungo periodo si trasformano in risparmi economici e vantaggi per il suolo stesso.