Oramai un paio di anni fa, abbiamo pubblicato alcune note dal titolo: “L’importanza di apportare azoto per la degradazione dei residui di mais in sistemi agronomici che ne prevedano l’interramento (Il link). Una pratica fondamentale per il mantenimento della fertilità dei suoli e per l’accelerazione dei processi di degradazione dei residui “. ( vi consigliamo di leggerlo per comparazione)
Per quanto riguarda la VELOCITA’ di degradazione, uno studio recente condotto dal dipartimento di agronomia della Iowa State University,
(http://www.extension.iastate.edu/CropNews/2014/0404al-kaisi.htm) dimostra invece che la somministrazione di azoto e la tipologia di lavorazione (in termini di riduzione delle dimensioni delle particelle di residuo) non produrrebbe come effetto l’accelerazione della degradazione del residuo. Va ricordato che la velocità di degradazione in sistemi agronomici di minima lavorazione è importante, perchè determina la quantità di residuo presente sul suolo nel momento della semina, fattore che in alcuni casi può essere limitante.
Effetto lavorazioni:
Lo studio ha preso in considerazione tre differenti tipi di lavorazione:
- Lavorazione profonda (DT o deep tillage)
- Lavorazione a bande (ST o strip-tillage)
- Nessuna lavorazione (NT o no-till)
Anche se non rilevante per il mercato europeo, i ricercatori hanno anche considerato la variabile tra mais BT e non BT, ovvero tra il mais geneticamente modificato per resistere agli attacchi di piralide e quello non resistente.
La decomposizione del residuo è stata misurata sulla base del rilascio di CO2 durante 12 mesi negli anni 2005, 2006 e 2007 e non ha evidenziato differenze.
Effetto Azoto:
La decomposizione dei residui del mais è stata valutata applicando tre aliquote di N (UAN 32%, una miscela di urea e nitrato ammonico), 0, 30 e 60 libre acro (0, 33 e 65 lg ad ettaro circa) ai residui di mais subito dopo il raccolto. Successivamente in alcuni sacchi di maglia di nylon sono stati inseriti i residui “trattati” (precedentemente pesati) e lasciati in campo per la valutazione della decomposizione. Il tasso di decomposizione residuo è stato valutato ogni tre mesi per l’intero anno (12 mesi). come minore quantità di residuo presente in campo dopo ogni periodo di valutazione. Non si sono registrate differenze nel tasso di decomposizione del residuo a seguito dell’applicazione azoto a diverse concentrazioni.
Questi risultati dimostrerebbero che l’applicazione di fertilizzanti azotati per facilitare decomposizione dei residui non è efficace (contrariamente a quanto si pensava). La decomposizione dei residui colturali è fortemente controllata dall’umidità del suolo e dalla temperatura; queste sono le componenti che agiscono come fattori essenziali per l’attività microbica sulla decomposizione del residuo.
Campioni di residui di mais presi dal campo immediatamente dopo la raccolta e il “trattamento”, sono stati incubati in laboratorio a temperatura costante di 32° F e 90° F (quindi 0°C e 32 °C) per circa 30 giorni ciascuno. Il tasso di decomposizione dei residui in condizioni di laboratorio ha seguito un andamento analogo a quello osservatoin campo.
Fonti:
Effects of tillage and nitrogen rate on decomposition of transgenic Bt and near-isogenic non-Bt maize residue,
http://www.agronext.iastate.edu/smse/tillage/pdfs/btvsnonbtpaper-2013.pdf
Immagine: http://www.farm-equipment.com/