Semine precoci e Ibridi dal ciclo commisurato alle razionali esigenze aziendali possono fare la differenza in termini di raccolti, sia per il mais da trinciato, sia da granella
Chi bene incomincia è a metà dell’opera non è un detto da prendere poi tanto alla leggera, soprattutto quando si coltiva mais. Durante il proprio ciclo di sviluppo, la coltura va infatti incontro a una molteplicità di condizioni diverse, sia dal punto di vista delle temperature e della piovosità, sia delle avversità entomologiche e fungine. Tendenzialmente, le criticità maggiori si incontrano proprio nelle fasi in cui il mais è più sensibile, ovvero a cavallo della fioritura.

Meteo, patogeni e parassiti sembrano infatti darsi appuntamento negli intorni dei processi di fecondazione, tanto da inficiarne parte dell’efficienza quando le condizioni siano particolarmente avverse, come per esempio a seguito di una forte siccità. Tanto più questa è marcata, tanto più aumenterà la proterandria dei fiori maschili, anticipando ulteriormente l’emissione del polline rispetto al momento ottimale per i fiori femminili. Di norma, quando fisiologico, tale fenomeno è pari a 2-3 giorni, crescendo oltre misura in caso di carenze idriche importanti. In tal caso, la fertilità complessiva della coltura può decrescere sensibilmente, impattando le rese finali in modo anche grave. Oltre quindi ad attrezzarsi al meglio per contrastare le carenze idriche, per lo meno ove sia possibile irrigare i propri campi, anche la scelta degli ibridi e del momento di semina può giocare un ruolo fondamentale.
Per esempio, nei climi del Nord Italia si possono seminare ibridi che giungono velocemente a fioritura anche a soli 45-50 giorni dall’emergenza. In sostanza, sempre che le condizioni termiche e pluviometriche lo consentano, le semine precoci entro metà di marzo possono consentire a questi ibridi di fiorire addirittura durante il mese di maggio, quando ancora le piogge primaverili scongiurano eventuali crisi siccitose. Tali ibridi, specialmente i più precoci, sono poi utilizzabili anche per le seconde semine, per esempio dopo orzo o triticale, sia da foraggio sia da biogas, essendo spesso raccolte queste colture autunno-vernine al raggiungimento della loro maturità lattea-cerosa, cioè entro la prima metà di maggio. In tal caso, tutto il ciclo del mais di seconda semina accelera vistosamente grazie alle più favorevoli condizioni termiche, permettendo in tal modo la fioritura prima della fine del mese di giugno.
Strategia di Semina e Scelta degli Ibridi: Ottimizzare la Fioritura e Contrastare la Calura Estiva
La precocità di semina diviene poi ancor più strategica quando per motivi di gestione aziendale si debbano seminare anche alcuni appezzamenti con ibridi più tardivi, con fioriture che per esempio avvengono fra i 70 e i 75 giorni dall’emergenza. In tal caso, se non si riesce a seminare entro metà marzo, si rischia di assistere alla fioritura verso fine giugno o, addirittura, nei primi giorni di luglio in caso si sia dovuta attendere la fine di aprile per effettuare la semina. Considerando poi che la durata della fioritura può arrivare nei casi limite anche 14 giorni, la coltura si trova in tal caso a fiorire in piena calura estiva, spesso accompagnata da carenze idriche che solo un’attenta irrigazione può scongiurare. Queste le ragioni per le quali si deve prestare massima attenzione alla composizione del giusto mix di ibridi da seminare nei diversi appezzamenti, sia per assicurarsi una fase di raccolta più razionale quanto a tempistiche, sia per consentire alla coltura di sfuggire ai momenti più ostili verso la fase della fioritura.

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