Una buona semina del mais e la preparazione del terreno incrementano la produttività

Non è una novità che chi ben comincia è a metà dell’opera ma questa espressione si adatta perfettamente anche alla coltivazione del mais in primis con la preparazione del terreno

Per avere un quadro più chiaro si deve entrare di più nello specifico. L’inizio della coltivazione del mais è sicuramente la semina e la prima attività importante è senza dubbio la preparazione del terreno. La necessità di lavorazioni profonde, per una coltura da rinnovo come il mais, è ormai stata smentita, anzi sempre di più si stanno sviluppando cantieri di minima lavorazione che permettono di risparmiare tempo e denaro senza impatti significativi sulla PLV.
Rimane fondamentale la preparazione del letto di semina e delle condizioni ideali per la germinazione del seme. La tessitura del terreno è la prima informazione da tenere in considerazione per definire la granulometria ideale del terreno preparato ad ospitare il seme di mais. Terreni molto limosi o con argilla fina non devono avere una granulometria troppo ridotta per evitare i problemi di compattamento superficiale (crosta). Inoltre, la ricerca del terreno più “fino” possibile e il ripetersi di passaggi di preparazione leggera aumentano significativamente i costi per l’agricoltore senza nessun ritorno concreto.
Anche un terreno troppo grossolano può avere degli effetti negativi sull’efficacia dei diserbi di pre-emergenza che non riescono a creare una barriera uniforme all’emergenza delle infestanti.

Ma a quale profondità si semina il mais?

Un altro elemento da tenere in considerazione è la corretta profondità di semina. Spesso in annate o in aree più asciutte si tende a cercare di portare il seme del mais a contatto con l’umidità del terreno, seminando quindi a profondità elevate, ma attenzione a non esagerare. Si rischia di mettere in difficoltà la giovane plantula che si trova, in alcuni casi estremi, a dover superare una barriera di 10 cm di terreno. Quando si semina il mais va tenuto in considerazione che ad una profondità di 4/5 cm, in caso di una normale pioggia o irrigazione, si ha un perfetto ed uniforme sviluppo dei germinelli. Questa situazione ottimale aiuta a ridurre i danni dovuti ai parassiti del terreno. Infatti più è uniforme e veloce l’emergenza e meno incidente sarà il danno da elateridi, nottua o uccelli. Per favorire il rigonfiamento del seme e la germinazione, anche in terreni non perfettamente umidi, si potrebbe praticare una leggera rullatura, che va però evitata nelle situazioni di altro rischio di crosta superficiale. In quel caso è meglio limitarsi alla funzione dei rulli/ruote dell’elemento seminante.

Vantaggi e svantaggi di una semina precoce

Quando si semina il mais si inizia ad esporsi ai rischi di eventi climatici ed agli effetti dannosi da parassiti, quindi è inutile aumentare i rischi, seminando troppo presto, senza valutarne i reali benefici. Una semina molto precoce aiuta ad anticipare la fioritura, riducendo l’effetto dello stress termico ed idrico e abbattendo il rischio dei danni della seconda generazione della piralide ma, se si anticipa troppo, si potrebbe avere uno sviluppo così lento da arrivare in fioritura simultaneamente o in ritardo rispetto a mais seminati anche 20 giorni dopo.
La conoscenza storica dell’ambiente e del terreno sono gli elementi da considerare per decidere quando seminare. Per quanto le annate siano differenti l’una dall’altra si deve sempre tenere in considerazione l’andamento stagionale del quinquennio precedente per decidere se e quanto anticipare la semina.

Qual’è il giusto numero di semi ad ettaro?

Fatte tutte queste premesse è il momento di definire la densità di semina. Quanti semi al metro quadro devo distribuire per avere l’investimento finale desiderato? Ci possono essere algoritmi che, tenendo in considerazione tutti i dati storici e statistici del terreno, possono calcolare la quantità percentuale aggiuntiva ma, prima di tutto, serve il buon senso.

In un letto di semina ideale e in condizioni di temperatura e umidità favorevoli può bastare un 5/8% in più. Per esempio, se voglio una densità finale di 7,5 piante al metro quadrato dovrò seminare poco più di 7,9/8 semi al metro quadrato. Ogni elemento che differisce dall’ottimale può incrementare la percentuale di over-seeding necessaria. La semina in terreno freddo con temperature sotto i 6/8 gradi aumenta la perdita di giovani piante tra un 2% e un 5% e quindi in questo caso specifico devo aumentare la quantità di seme arrivando a seminare fino a 8,3/ 8,6 semi al metro quadrato. Nel caso a questa situazione si sommi anche una ridotta umidità o un terreno non perfettamente preparato possiamo arrivare ad una perdita di semi che si aggira complessivamente intorno ad un 15-18% e di conseguenza la necessità di seminare circa 9 piante al metro quadrato per averne 7,5 finali.

La distribuzione del seme non deve essere sottovalutata 

Altri due fattori non di minore importanza, oltre al numero di piante al metro quadro, sono, soprattutto, l’uniformità di distribuzione nel terreno e la omogeneità di sviluppo. Ci sono numerosi dati scientifici e sperimentali che dimostrano come, a parità di ibrido e numero di piante produttive, ci siano differenze di produzione legate alla uniformità di distanza tra ogni singola pianta e uno sviluppo, almeno fino alla decima foglia, più uniforme. Questa ottimizzazione di spazio orizzontale e verticale della coltura del mais può incidere fino a un + 10% di produzione. Il motivo principale è che si riducono le piante con spighe ridotte rispetto alla media. Le spighe piccole o assenti sono tipiche delle piante di mais nate in ritardo o che si trovano troppo vicino tra loro.

La vera innovazione sta in una soluzione semplice

Per aiutare a risolvere questo problema bisogna avere un approccio innovativo. Per avere una germinazione uniforme è molto importante avere una dimensione del seme molto uniforme. In particolare, va tenuto in considerazione, non solo la forma, ma il rapporto tra superfice esterna e peso di ogni singolo seme. Se questi parametri sono più omogenei all’interno di ogni singolo sacco di semente il risultato è che, a parità di umidità nel terreno, si avrà una imbibizione, rigonfiamento e germinazione più omogenea. Questo principio è alla base del seme PLATINUM di LG. Calibri più omogenei e uniformi per ogni singolo lotto. L’uniformità nella forma e nelle dimensioni aiuta anche la precisione delle seminatrici, sia le più tradizionali che le elettroniche, migliorando l’accuratezza della semina (distanza più uniforme tra i semi/piante sulla fila) anche a velocità di semina più elevate.

Il seme LG Platinum aiuta l’agricoltore ad aumentare la produttività del mais e a gestire i rischi di stagione

Il seme Platinum, oltre alla calibrazione uniforme, beneficia del trattamento biostimolante STARCOVER. Questo innovativo trattamento al seme aiuta la pianta del mais fin dalle prime fasi di sviluppo, incrementando lo sviluppo radicale fino ad un + 30% e migliorando l’assorbimento di micro e macro-elementi oltre che di acqua. In particolare, il batterio Bacillus Amiloliquefaciens IT45 incrementa l’assorbimento di fosforo anche in terreni carenti o in condizioni ambientali che ne riducono la disponibilità (es. primavere molto fredde e piovoso).

Tecnica, tecnologia e professionalità sono le armi segrete che ogni maiscoltore può mettere in campo per migliorare la redditività della coltura del mais.

Una buona semina, una buona emergenza e un omogeno sviluppo della coltura sono la chiave per incrementare la produttività riducendo l’incidenza dei potenziali rischi.