- Quale importanza hanno oggi i cereali autunno-vernini per il biogas?
- Quali sono i principali accorgimenti per la produzione destinata al biogas?
- Quali sono le nostre proposte varietali per la prossima campagna di semina ?
I cereali autunno vernini possono entrare nei processi di fermentazione anaerobica come trinciato integrale insilato, come farine derivate dalla macinazione delle cariossidi o come sottoprodotti derivati da processi di trasformazione della granella (crusche, borlande ecc.).
L’utilizzo di farine è antieconomico, mentre c’è un certo interesse per l’uso di cruscami e borlande, naturalmente in funzione del prezzo della materia prima e dei costi di trasporto. Attualmente, quindi, le coltivazioni di cereali autunno vernini dedicate alla produzione di biogas sono rappresentate unicamente da triticale, orzo (prevalentemente polistico) e frumento tenero raccolti a maturazione incompleta come trinciati integrali da insilare.
La loro diffusione è limitata, per due ordine di motivi:
- le razioni dei digestori possono prevedere un certo impiego in trinciati integrali insilati che, per ragioni tecniche, rappresentano al massimo il 40-45% della biomassa impiegata (rischio di intasamenti e galleggiamenti con perdite di prodotto fermentescibile).
- la resa produttiva (t di SS/ha) e la resa energetica (Nm3/t di SS) di tali biomasse risulta inferiore a quella della coltura di riferimento (mais irriguo).
In pratica, i cereali autunno-vernini possono andare a sostituire il mais in questi tre casi:
- dove occorre praticare l’avvicendamento
- dove i terreni non sono irrigui
- dove si ritiene vantaggioso fare la doppia coltura in un anno facendo precedere il mais (o il sorgo) da una coltura autunno vernina allo scopo di massimizzare la biomassa aziendale disponibile nel tempo e/o di massimizzare delle quantità di reflui distribuibili nel tempo sui terreni aziendali.
2. Quali sono i principali accorgimenti per la produzione destinata al biogas
L’accorgimento principale, proprio per i problemi di intasamento e galleggiamento di cui si è detto, è l’individuazione del momento idoneo per la raccolta.
Il giusto compromesso tra massimizzazione della resa, qualità energetica e buona utilizzazione della biomassa si è individuato in un contenuto di sostanza secca della pianta intera del 30%. In questo momento la cariosside non è ancora completamente formato e la pianta è nella fase di maturazione lattea.
Naturalmente, a monte sono da attuare tutti gli altri accorgimenti di “buona tecnica agronomica”, quali: la scelta della specie e della varietà in modo da garantirsi massima quantità di SS/ha nel più breve tempo (precocità di raccolta) di piante sane (sanità di apparato fogliare) e, a cascata, epoca di semina (preferibilmente precoce), densità di semina (come le coltivazioni da granella o più elevata) e fertilizzazioni adeguate, in modo da consentire alla colture di raggiungere elevate fittezze. Per intenderci il n° di spighe a mq è molto più importante della taglia.
Chi si occupa della parte agronomica legata alla gestione di un impianto Biogas, solitamente si trova di fronte ad un bivio quando deve scegliere se seminare un orzo oppure un triticale o un frumento. L’orzo ha il vantaggio di essere generalmente più precoce e quindi di consentire lo spargimento del digestato e lasemina di un secondo raccolto di mais in tempi più rapidi (a volte
entro la prima decade di Maggio), il triticale e il frumento, generalmente più tardivi, hanno il vantaggio (ma non in assoluto) di produrre una maggiore quantità di sostanza secca per ettaro, per contro consentono la semina del secondo raccolto solitamente non prima della metà di Maggio, se non addirittura a Giugno.
Se da una parte l’orzo generalmente produce una minore quantità di sostanza secca, dall’altra, permettendo una semina del mais più tempestiva permette a quest’ultimo di esprimere produzioni superiori rispetto ad un mais seminato oltre la metà di Maggio-inizi di Giugno (minore produzione di sostanza secca). Alla fine, mediamente il bilancio totale della sostanza secca prodotta tra un primo ed un secondo raccolto orzo-mais oppure triticale-mais è molto simile ma può accadere che la resa in metano, sia superiore nel primo caso perchè il mais ha un potenziale metanigeno superiore rispetto a quello di un cereale a paglia, mentre tra orzo, triticale e frumento il potenziale metanigeno è pressochè lo stesso e in media vale circa 380 Nm3/t di ss.
Per inquadrare un po’ il contesto relativo alle scelte che un imprenditore è chiamato a fare, abbiamo condotto un piccolo sondaggio con l’aiuto di alcuni Biogas ed il risultato è che mediamente una semina del mais di secondo raccolto effettuata entro la prima settimana di maggio, massimo i primi dieci giorni, viene ancora considerata al pari di prima semina e conseguentemente il calo di resa del mais dopo cereale non è particolarmente rilevante.
Secondo il sondaggio, il 30 % degli impianti sceglie solitamente mais di classe FAO 700 per i secondi raccolti, mentre chi sceglie un ibrido di classe FAO 600 è il 50 % degli intervistati. Infine una semina effettuata in epoca più tardiva, secondo i nostri intervistati causa un calo di resa di circa 125 q.li ettaro di tal quale per i mais di classe FAO 700 e di poco più di 100 q.li ettato di tal quale per i mais di classe FAO 600(rispetto alle rese tal quale dei medesimi ibridi in prima semina).
Sulla base di questi dati e delle considerazioni di carattere generale appena espresse, ogni imprenditore potrà fare le proprie valutazioni nello scegliere il cereale che meglio si adatta alle proprie esigenze, tenendo ovviamente conto della natura dei terreni, delle condizioni agronomiche, della necessità di effettuare lo spandimento del digestato e non ultimo delle regolamentazioni della nuova PAC.
Ci permettiamo di aggiungere che, per cantieri di raccolta con superfici molto ampie, potrebbe essere corretto differenziare la scelta in un prodotto più precoce e uno più tardivo, per garantirsi una raccolta che sia sempre in linea con una % di sostanza secca del 32-34%. Seguendo questa semplice regola in un cantiere in cui la raccolta duri una settimana o più, la finestra di trinciatura sarà più ampia e il prodotto raccolto sarà sempre ad un tenore di umidità ideale.
3. Quali sono quindi le nostre proposte varietali per la prossima campagna di semina ?
In funzione degli areali e degli specifici terreni le proposte di LIMAGRAIN ITALIA per il prossimo autunno si articolano in nove varietà su tre specie:
- TRITICALE, da preferirsi nei terreni soggetti a ristagno, con pH acido e “sottili”.
Varietà di triticale consigliate:
per la loro produttività, sanità, resistenza all’allettamento e favorevole rapporto spiga/pianta (spiga grande e taglia equilibrata) AGOSTINO (tardivo in spigatura ma precoce in maturazione) e ANDIAMO (ciclo medio).
- ORZO, da preferirsi nei terreni asciutti a forte rischio di stress idrico e con pH basico, sconsigliato nei terreni acidi e subacidi e a rischio di ristagno.
Varietà di orzo consigliate:
per la loro forte capacità vegetativa e produttiva ALIMINI (polistico) e ATOMO (distico), per la loro spiccata precocità ATLANTE eAZZURRO (polistici) che consentono raccolte contemporanee alle loiesse e permettono secondi raccolti di mais di classi elevate (soprattutto se seminati su sodo) e senza irrigazione
- FRUMENTO TENERO, da preferirsi nei terreni più fertili e a rischio di allettamenti precoci, sconsigliato nei terreni acidi.
Varietà di frumento tenero consigliate:
ANAPURNA(Aristato per epoche di semina precoci e normali), ALTAMIRA(Aristato adatto anche a semine più tardive) e ASCOTT (mutico adatto a semine precocissime e precoci).
Foto n. 2 – Prova parcellare svolta nel 2014 presso il CRA di Lodi per la determinazione quantitativa e qualitativa della biomassa di Triticale e Orzo.