Colza: parassiti e soluzioni disponibili

Altica, punteruoli, cecidomia e meligete sono i principali insetti che attaccano la coltura, sebbene in diversi momenti dell’anno. Il loro controllo è fondamentale per l’ottenimento di raccolti soddisfacenti

A partire dall’innalzarsi delle temperature anche gli insetti parassiti riprenderanno i propri cicli biologici a danno del colza.

I PARASSITI DELLA COLZA

  • Il primo a palesarsi sulle piante è normalmente il meligete (Meligethes spp.), coleottero nititulide i cui adulti si nutrono dei bottoni fiorali della coltura provocandone l’aborto. Se gli attacchi sono molto precoci e intensi, i danni possono divenire sensibili, necessitando di appositi trattamenti insetticidi preventivi prima che inizi la fioritura stessa.
  • A seguire, a danneggiare le produzioni subentrerà il punteruolo (Ceuthorrhynchus assimilis), coleottero curculionide presente dalla caduta petali all’inizio ingrossamento della siliqua. La larva si svilupperà al suo interno erodendo però solo alcuni semi e producendo in seguito piccoli fori atti all’uscita, fori di circa un millimetro di diametro. Il danno non è quindi particolarmente elevato di per sé, ma sono proprio questi fori a consentire la penetrazione nelle silique di un parassita molto più pericoloso:
  • la cecidomia (Dasyneura brassicae). Questo dittero emerge anch’esso in primavera, in forma adulta, dai residui colturali dell’anno precedente, producendosi nei primi voli a ridosso dell’inizio fioritura del colza. Attraverso i fori lasciati dai punteruoli, le femmine depongono fino a una sessantina di uova all’interno delle silique. Una volta schiuse, le larve si nutrono delle pareti interne e dei semi, producendo alcune sostanze tossiche che causano gonfiori e ingiallimenti precoci delle silique. Spesso il gonfiore è tale da fare aprire la siliqua stessa. Dopodiché, le larve andranno a impuparsi nel terreno in vista delle generazioni successive.

I danni combinati di punteruoli e cecidomie possono quindi superare anche il 50% delle rese.

  • Infine l’altica invernale del colza (Psylliodes chrysocephala), coleottero crisomelide capace di attaccare le giovani piantine nei mesi autunno-invernali, causando danni anche molto gravi in caso di alta pressione del parassita. È infatti l’apparato fogliare ad essere attaccato dall’insetto, risultando meno resistente ai successivi rigori invernali.

LA LOTTA AGLI INSETTI DELLA COLZA

Quanto a rimedi fitosanitari, al momento sono registrati su colza 71 diversi formulati insetticidi, di cui alcuni sono autorizzati anche in biologico: Bacillus thuringiensis aizawai, ceppi GC 91 e ABTS 1857, oppure Bacillus thuringiensis kurstaki, ceppi ABTS 351 ed SA 12.

Dal forte potere abbattente, possono essere inoltre impiegati formulati a base di cipermetrina, deltametrina e lambda-cialotrina, tutti piretroidi ad ampio spettro. Altri piretroidi autorizzati su colza sono esfenvalerate e Tau-fluvalinate, quest’ultimo più selettivo nei confronti degli impollinatori rispetto ad altre sostanze attive della stessa famiglia chimica. Anch’esso più selettivo dei più comuni piretroidi, acetamiprid appartiene invece alla famiglia dei neonicotinoidi e offre anch’esso ampio spettro d’azione. Infine, quanto a geoinsetticidi, risulta autorizzato teflutrin, anch’esso piretroide, attivo su elateridi e Chaetocnema tibialis.

Nota: le sostanze attive indicate per i diserbi sono state verificate sulla banca dati Fitogest.com circa la loro autorizzazione su colza.