Dalla siccità ai ristagni idrici
Dopo una prima fase primaverile con temperature superiori alla media e piovosità inferiore agli standard, la fine di aprile e i primi giorni di maggio sono stati caratterizzati da forti abbassamenti di temperature e perturbazioni che hanno reso gli scenari agronomici più complessi.
Chi ha scommesso sulle semine più precoci del mais di primo raccolto, nonostante il secco, pare essere stato premiato, dato che nel volgere di pochi giorni dalla semina sono arrivate le piogge, sebbene con temperature non elevate.
Chi ancora deve seminare il mais, magari in secondo raccolto dopo orzo e triticale, deve fronteggiare condizioni di campo che in molti casi rendono impossibile l’ingresso delle seminatrici.
Le ultime perturbazioni arrivate sul Nord Italia hanno, infatti, creato diffusi allagamenti dei campi, in special modo in Romagna. Ciò crea difficoltà anche ai semi posti a dimora immediatamente prima di tali perturbazioni.
La combinazione freddo-ristagni idrici può risultare letale per l’emergenza, obbligando, eventualmente, a costose risemine non appena il terreno sia tornato in tempera.
Generalmente, per iniziare la germinazione, il mais necessita di alcuni fattori chiave, fra i quali, di fondamentale importanza: l’assorbimento dell’acqua (per lo meno in ragione del 30% del proprio peso), e le temperature.
Fra i 10 e i 13°C il processo di germinazione impiega, infatti, 18-20 giorni a completarsi; valori che scendono a 8-10 giorni con 16-18°C e a soli 4-5 giorni con temperature di 25°C.
La concomitante persistenza di eccessi di acqua e temperature basse espone i semi a stress che non sempre il mais è in grado di sopportare.
Le emergenze risulteranno disformi con la presenza di piante più o meno sviluppate e nei casi di ristagni prolungati si potrebbero verificare vistose fallanze.
L’elevato ristagno idrico, comunque, ridurrà la disponibilità di ossigeno alle radici, necessario per l’attivazione di una serie di enzimi atti a richiamare le riserve accumulate nell’endosperma del seme. In tal senso, oltre alla scelta di ibridi di mais più idonei, possono aiutare anche le tecniche di lavorazione note come strip-till che realizzano condizioni termiche più favorevoli nel terreno sub-superficiale anche a fronte di eccessi idrici persistenti.
Buone speranze invece per la seconda metà di maggio, con previsioni meteo che danno temperature dell’aria con punte superiore ai 30°C, decisamente ottimali per lo sviluppo del mais.