Densità di semina dei cereali: come dosare i semi

La densità di semina influisce sulle rese. Va quindi fissata tramite precisi calcoli in funzione della varietà e delle caratteristiche degli appezzamenti

Varietà diverse e terreni diversi implicano dosi di seme per ettaro altrettanto diverse. Molteplici sono le variabili che influiscono sulle rese finali già al momento della semina. Nei cereali a paglia una dose ottimale di seme permetterà infatti alla coltura di sfruttare nel migliore dei modi gli spazi, la luce e le disponibilità idriche e di elementi nutritivi. Inoltre, la coltura esprimerà anche il corretto grado di accestimento durante i mesi invernali.

Soglie minime per il sostegno accoppiato

Oltre alle specifiche valutazioni di tipo agronomico ve ne sono altre di tipo economico derivanti dai sostegni accoppiati previsti dalla PAC. Per esempio, per il frumento duro devono essere seminati almeno 180 kg/ha di sementi certificate. Per il colza servono almeno 2 kg/ha (450mila semi/ha), per il girasole 3 kg/ha (55mila semi/ha).

Ciò al fine di impedire che vengano effettuate semine fittizie finalizzate unicamente al percepimento dei contributi. Tale obbligo impedisce anche la risemina del proprio stesso raccolto dell’anno precedente. Il contribuito è infatti concesso solo a fronte di semente certificata.

Densita semina cereali

Semi e “semi germinabili” non sono la stessa cosa

La dose di seme per ettaro si esprime generalmente in termini di “semi germinabili”, considerando che la soglia minima prevista per Legge quanto a germinabilità è dell’85%. La dose teorica deve quindi essere aumentata in funzione dell’indice di germinabilità certificata per ogni varietà. La dose in chili per ettaro varierà poi in funzione del peso dei 1.000 semi, il quale per il grano tenero può spaziare da un minimo di 40 a un massimo di 57 grammi.

In considerazione di ciò, si può partire da un minimo di 300 semi germinabili/mq per 120 kg/ha teorici (varietà da 40 grammi per 1.000 semi) sino a toccare i 575 semi germinabili/mq per 328 kg/ha teorici (varietà da 57 grammi per 1.000 semi). Tali valori, come detto, andranno proporzionalmente aumentati al fine di garantire la quantità di semi germinati desiderata.

Prima di effettuare la semina è comunque bene valutare il peso dei 1.000 semi, dato reperibile sui sacchi di semente ma anche calcolabile facilmente in sua assenza pesandone mille personalmente. In tal modo l’agricoltore potrà essere sicuro di dosare il seme in modo ottimale.

Le caratteristiche degli appezzamenti

Quanto sopra in linea generale e assumendo, appunto, l’85% minimo di germinabilità fissato dalle normative. A ciò vanno però aggiunte le specifiche valutazioni locali in termini di fertilità intrinseca del terreno, della coltura in precessione e delle pratiche nutrizionali che si intendono seguire.

Inoltre, anche il grado di preparazione del terreno e il suo contenuto in umidità giocano un ruolo fondamentale. Per esempio, un letto di semina asciutto e non adeguatamente affinato necessiterà di quantità maggiori di semi per garantire la densità ottimale alla germinazione. Ciò poiché tali condizioni non ottimali aumentano la quota di semi che non viene adeguatamente interrata, rimanendo molti semi allo scoperto.

Dosi orientative per il grano duro

Le varietà a ciclo medio di frumento duro possono spaziare da un minimo di 300 a un massimo di 450 semi germinabili per metro quadro, corrispondenti a una dose per ettaro che spazia dei 180 ai 200 Kg/ha. In zone particolarmente fertili del Centro-Nord Italia ci si può orientare mediamente intorno ai 400 semi germinabili al metro quadro per circa 180 Kg/ha.

Concimazione azotata: meglio frazionata

Considerando che un quintale di grano duro necessita circa 3 kg/ha di azoto, una produzione prevista intorno ai 50 quintali per ettaro richiederà almeno 150 chili del macroelemento. Di questi, una quota verrà fornita dall’azoto presente nel terreno al momento della semina, ma si deve considerare che dal 70 all’80% del fabbisogno azotato dovrà essere soddisfatto entro il termine della levata.

La concimazione azotata potrà quindi essere effettuata tramite 2-3 passaggi in funzione degli andamenti stagionali e delle scelte aziendali. Il doppio passaggio può essere effettuato somministrando il 50% dell’azoto alla presenza della 3a foglia vera della coltura e il restante 50% a inizio levata. In caso si preferisca adottare la triplice applicazione, il 50% andrà posizionato a inizio levata, frazionando equamente il rimanente 50% nei due momenti di inizio accestimento e di inizio spigatura.