Diserbi dei cereali: i vantaggi dei pre-emergenza
Sebbene meno numerosi delle soluzioni di post-emergenza, gli erbicidi di pre-emergenza dei cereali rappresentano validi strumenti tecnici ad essi integrativi
Stagione permettendo, le semine dei cereali inizieranno a breve. Queste procederanno infatti dalla fine di ottobre a novembre inoltrato, a seconda dell’area geografica, del meteo e delle scelte aziendali. Fertilizzazioni di base a parte, anche le pratiche di diserbo ricoprono in tale fase un ruolo fondamentale per la buona riuscita delle colture in termini di rese.
A queste seguiranno poi i diserbi di post-emergenza. A seconda dei formulati, questi potranno essere effettuati anche precocemente, sul finire dell’inverno, oppure a inizio primavera alla ripresa vegetativa di coltura e infestanti. In tale stagione, inoltre, le piogge potranno indurre la germinazione dei semi delle malerbe ancora quiescenti, complicando ulteriormente i piani di diserbo. Complicazioni tanto più serie quanto più scalari saranno le nascite.
Per tali ragioni è bene prendere in considerazione una prima applicazione erbicida già alla semina, condizionando in tal modo la nascita delle malerbe in autunno. Ciò permetterà di semplificare le pratiche di post-emergenza, aumentandone anche le possibilità di successo.
Le soluzioni disponibili per i diserbi del frumento
Per i diserbi dei cereali sono disponibili molteplici formulati contenenti sostanze attive afferenti a diverse famiglie chimiche. Quindi il ventaglio di meccanismi d’azione, per quanto si sia progressivamente ridotto nel tempo, resta ancora sufficientemente ampio per gestire al meglio le infestazioni.
Analizzando per esempio la disponibilità di soluzioni per il frumento duro, sul quale sono autorizzati 166 formulati, la famiglia chimica più rappresentata continua a essere quella delle solfoniluree, o Als inibitori (Gruppo B del Hrac – Herbicide resistance action committee).
Nove le molecole presenti nei diversi cataloghi aziendali, ovvero amidosulfuron, bensulfuron metile, clorsulfuron, iodosulfuron metil sodio, mesosulfuron metile, metsulfuron metile, tifensulfuron metile, tribenuron metile e tritosulfuron metile. Il solo bensulfuron metile, uno dei capostipiti di questa famiglia chimica, conta ben nove diverse formulazioni, di cui tre prevedono la sostanza attiva da sola e sei in miscela con metsulfuron.
Causa resistenze, questi erbicidi vanno sempre somministrati in miscela con molecole a differente meccanismo d’azione, sia tramite l’adozione di miscele pronte all’uso, sia unendo per via estemporanea formulati diversi. Tale seconda prassi, per quanto meno pratica, consente ovviamente una maggiore flessibilità di risposta rispetto alle specifiche condizioni di campo.
Le composizioni malerbologiche possono infatti essere molto diverse a seconda del periodo e delle zone, con una prevalenza di alcune malerbe rispetto ad altre. Comporre la soluzione ad hoc sarà quindi compito precipuo di ogni consulente tecnico.
Attenzione al Gruppo Hrac
Per quanto diverse come struttura chimica, anche altre molecole agiscono come Als inibitori (Gruppo Hrac B), pur non appartenendo alle solfoniluree. Sono molecole come florasulam, piroxsulam, propoxycarbazone sodio e tiencarbazone metile. Le prime due fanno capo alla famiglia chimica delle triazolopirimidine, la terza e la quarta ai triazolinoni.
Quando si debba scegliere la miscela ideale per i propri campi va quindi sempre tenuto conto anche tale aspetto, cautelandosi tramite l’aggiunta di sostanze attive ad azione complementare.
Altre sostanze attive e loro meccanismi d’azione
Gli erbicidi ormonici, noti anche come “auxine sintetiche” (Gruppo Hrac 0), furono i primi rappresentanti di sintesi dei moderni diserbi dei cereali. Lanciati infatti già negli anni ’40 continuano a garantire buona efficacia su molteplici malerbe, pur patendo anch’essi di alcune resistenze in diversi areali di coltivazione.
Le molecole afferenti a questa famiglia chimica sono molteplici, a partire dagli “ormonici” classici, ovvero 2,4-D ed Mcpa, entrambi in forma sia di sale, sia di estere, cui si aggiunge mecoprop (sale). Altre sostanze attive che simulano l’azione dell’acido indolacetico sono aminopiralid, clopiralid, fluroxipir e il più recente halauxifen metile, tutti della famiglia degli acidi piridilossicarbossilici. Anche in questo caso, la differente struttura molecolare rende queste sostanze attive simili, ma non identiche.
Altra soluzione impiegabile in post-emergenza: metribuzin, triazinone appartenente al Gruppo Hrac C1 in qualità di inibitore della fotosintesi. Diserbante selettivo sistemico per frumento e orzo, metribuzin viene assorbito per via fogliare e radicale controllando le malerbe già nate e quelle che germineranno successivamente grazie alla persistenza nel terreno da tre a cinque mesi.
Diserbi di pre-emergenza anche per le dicotiledoni
Oltre al controllo delle monocotiledoni è necessario eliminare sul nascere anche le infestazioni delle foglie larghe. In tal senso si presta prosulfocarb. Questo erbicida tiocarbammato è utile in special modo in caso di forte presenza di Galium aparine, una delle malerbe chiave del frumento, come pure su molteplici infestanti a foglia larga. Caratterizzato da duplice valenza, prosulfocarb può essere utilizzato sia in pre-emergenza sia in post-emergenza precoce della coltura. Nelle piante viene assorbito dalle radici e dall’apice vegetativo delle infestanti in germinazione e l’arresto della crescita dell’infestante è dovuto all’inibizione della sintesi di acidi grassi a catena molto lunga. Anche prosulfocarb appartiene quindi al Gruppo Hrac K3, come triallate e flufenacet.
Infine, sempre per allargare lo spettro d’azione dei graminicidi alle dicotiledoni, è possibile abbinarvi formulati contenenti diflufenican, erbicida applicabile anch’esso in pre-emergenza grazie alla sua azione residuale.
Diflufenican è un erbicida prettamente antidicotiledonare ad ampio spettro, ma è comunque dotato di un’apprezzabile azione secondaria contro le graminacee. Ciò arrotonda l’efficacia dei graminicidi di pre-emergenza, apportando al contempo un differente modo d’azione, sia sulle foglie strette, sia su quelle larghe. Appartenente infatti al gruppo F1 di Hrac, diflufenican agisce sulle infestanti inibendo la biosintesi dei carotenoidi.
Ciò va a vantaggio quindi sia dei trattamenti di pre-emergenza in sé, sia di quelli successivi di post-emergenza. A fine inverno – inizio primavera diflufenican potrà comunque essere impiegato ancora in post-emergenza precoce, cioè fra le due e le quattro foglie vere della coltura.
Le applicazioni di tali miscele consentono di condizionare fortemente la flora infestante, semplificando le condizioni di campo a tutto vantaggio dei canonici diserbi di post-emergenza.