Contrariamente a quanto si credeva quello tra giovani e agricoltura è un amore che deve ancora sbocciare. In questi ultimi mesi infatti i mass media hanno scritto e parlato di un ritorno alla terra e anche noi abbiamo scritto che secondo uno studio commissionato da Coldiretti il 54% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%) (link all’articolo agricoltura per i giovani italiani e il lavoro del futuro)

Bene, a quanto pare invece i 161.716 giovani agricoltori italiani rappresentano a oggi solo il 10% del tessuto agricolo nazionale. A dirlo è un recentissimo studio di Nomisma presentato durante Eima 2014, secondo il quale «l’agricoltura under 40 è frenata in Italia da un basso ricambio generazionale ma anche da una visione limitante sulle possibilità di sviluppo del settore.

Per il campione di 607 agricoltori al centro della ricerca Nomisma 2014 solo l’8,4% pensa che i prossimi anni saranno migliori del passato, influisce negativamente il fatto che il 67,3% dei giovani agricoltori pensa che la società percepisca la professione di agricoltore di status inferiore rispetto ad altri lavori. In effetti in campagna si suda e ci si sporca le mani ma fa comunque effetto pensare che, in base alle interviste su 518 giovani non agricoltori in cerca di prima occupazione, a possibili occupazioni nel comparto agroalimentare vengano preferite le libere professioni e il settore pubblico.

Sempre secondo Nomisma in tempi di incertezza economica il 40,7% dei giovani punta a ottenere stabilità occupazionale, mentre pochi danno priorità a un lavoro non routinario (20,1%) o, tanto meno, a lavorare all’aria aperta (1,7%).

Dati questi che si scontrano però con l’aumento delle iscrizioni alle Facoltà di Agraria, che dal 2006 al 2013 secondo i dati Almalaurea, segna un +35%.

Attenzione ai numeri, l’aumento percentuale si traduce in un aumento numerico molto meno spettacolare: dei 132.338 laureati nel 2013 solo 2.719 hanno scelto la facoltà di agraria, che si colloca al 13° posto rispetto a quelle in materie economico-statistiche (20.368) e medico-sanitarie (18.700). In pratica questo +35% sono 600 persone in più, comunque un numero non indifferente per una materia così specialistica come le scienze agrarie.

Forse a frenare l’entusiasmo sono le prospettive di guadagno; sempre secondo Almalaurea i laureati in agraria del 2008 ricevono in media 1.275 Euro netti al mese, contro i 1.708 Euro di chi svolge professioni in campo ingegneristico o medico (1.646 Euro). Ma un dato ci rincuora, i laureati in Agraria restano in campagna, la loro propensione a dedicarsi all’agricoltura è del 36%, percentuale molto più alta della media delle altre Facoltà.

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