Girasole e diserbi di post-emergenza: tutti gli erbicidi disponibili

Il controllo delle malerbe è strategico nel girasole per ottenere rese soddisfacenti alla raccolta

Di girasole nel 2022 ne erano stati seminati 110mila ettari per un raccolto di 264.312 tonnellate. La siccità occorsa l’anno passato ha però indotto una contrazione delle superfici a mais, la quale nel 2023 potrebbe essere in parte compensata dall’aumento proprio del girasole. Questa coltura è infatti prevista quest’anno intorno a 115mila ettari. Le quotazioni si ipotizza inoltre si manterranno elevate, contribuendo a influenzare in tal senso le scelte degli agricoltori.
Il girasole meglio si adatta infatti a condizioni in cui la risorsa idrica risulti limitata, prestandosi ottimamente all’inserimento nei piani di rotazione aziendali, sia in successione al frumento, sia come alternativa al mais o alla soia. Rispetto a quest’ultima coltura è però bene che il girasole non preceda o non succeda direttamente ad essa. In tal senso, la rotazione ottimale potrebbe prevedere girasole, mais, soia e frumento.
Circa la rotazione con frumento, questa è spesso realizzata in centro Italia nelle regioni in cui si pratica anche la semina su sodo. Anche il girasole può essere coltivato secondo le tecniche di minima lavorazione o di semina diretta, facilitando quindi la gestione del parco macchine aziendale o dei contoterzisti.

Punto chiave: i diserbi del girasole

I diserbi di pre-emergenza, eseguibili con formulati a base di pendimetalin, metobromuron, aclonifen, S-metolaclor, oxyfluorfen e flufenacet, necessitano di piogge atte a generare il cosiddetto “effetto richiamo”, tale da riattivare le sostanze attive e renderle ancora disponibili proprio nel momento in cui le infestanti beneficiano dell’umidità per germinare.
Dopo alcune settimane, però, tale effetto risulterà sempre meno spiccato, causa degradazione in campo dei diserbanti impiegati. Per tale ragione, una primavera con decorso asciutto può generare la condizione per la quale all’arrivo delle piogge l’efficacia dei pre-emergenza non sia più sufficiente. In tal caso è indispensabile impiegare altri erbicidi, specifici per la post-emergenza.

 

La gestione meccanica delle malerbe

Al fine di alternare meccanismi d’azione differenti, a tutto vantaggio delle strategie anti-resistenza, possono essere anche adottate tecniche di controllo meccanico delle erbe infestanti, come per esempio le sarchiature. La loro azione è infatti di tipo fisico, eliminando in tal modo gli individui che stessero sviluppando eventuali resistenze agli erbicidi. Altro vantaggio delle sarchiature è che queste possono essere esercitate fino ad altezze della coltura intorno ai 40 centimetri. Ciò sposta in avanti l’azione diserbante rispetto a quella degli erbicidi chimici. Come limite, per contro, va ricordato come la sarchiatura non elimini le infestanti lungo le file.

Graminidici autorizzati su girasole

Contro le infestanti a foglia stretta, in post-emergenza sono utilizzabili specifici graminicidi della famiglia dei cosiddetti “Fop”, ovvero i diserbanti della famiglia chimica degli arilossifenossipropionati, noti anche come ACCasi, inibitori dell’enzima Acetil-CoA Carbossilasi. A tale gruppo di sostanze attive appartengono propaquizafop, quizalofop-p-etile (isomero D), fluazifop-p-butile, nonché cletodim e cicloxidim. Queste ultime due sostanze attive fanno però capo alla famiglia chimica degli idrossicicloesenoni. Il momento ideale per l’applicazione di questi erbicidi parte dalla fase di 2 foglie fino a 8-9 foglie vere, ricordando però che a ogni giorno in più dopo tale fase aumentano i rischi di fitotossicità.

Ibridi di girasole resistenti agli erbicidi

Esistono anche varietà di girasole tolleranti agli erbicidi ALS-inibitori, ovvero quelli capaci di bloccare la sintesi degli aminoacidi nelle malerbe. A questo gruppo appartengono molecole differenti, come imazamox (genetiche “Clearfield”) e miscele di tifensulfuron metile e tribenuron metile (genetiche “SX”). Il primo appartiene alla famiglia degli imidazolinoni, il secondo e il terzo a quella delle solfoniluree. In entrambi i casi si può contare su un’elevata efficacia contro le infestanti dicotiledoni, diminuendone la competizione e nel caso dell’imazamox anche verso le monocotiledoni. Le due molecole esercitano anche il controllo dei girasoli spontanei.
Nota da ricordare: imazamox e tifensulfuron metile sono ampiamente impiegati nei diserbi della soia, mentre tribenuron metile è uno storico erbicida per cereali a paglia. Aspetti, questi, che devono essere tenuti in conto al momento di pianificare le rotazioni, sia colturali, sia di diserbo.

Autorizzazioni per usi eccezionali: halauxifen metile

Da segnalare infine l’autorizzazione temporanea per usi eccezionali a favore di halauxifen metile, dicotiledonicida il cui unico preparato disponibile in commercio, Viballa SF2, è stato autorizzato su girasole dal 15/03/2023 al 12/07/2023. Nello spettro di azione di tale sostanza attiva rientrano due infestanti particolari come Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia), pianta allergenica, e la Nappola minore (Xanthium strumarium).
Il meccanismo d’azione di halauxifen metile è simile all’acido indol acetico ed è stato pertanto inserito dal Hrac fra le auxine sintetiche (Gruppo Hrac O). Da ricordare però che anche questa sostanza attiva, come le solfoniluree citate, può essere impiegata anche su cereali, motivo per il quale aumenta il rischio di resistenze in caso di mancate rotazioni degli erbicidi impiegati su queste colture quando poste in successione fra loro.