Girasole: nutrizione e difesa dalle infestanti
Ottima coltura da rotazione e da reddito, il girasole necessita di alcune precise cure fitosanitarie e nutrizionali, includendo anche opzioni di tipo meccanico per il controllo delle malerbe
Prezzi che puntano verso l’alto quelli del girasole alto oleico, tanto che in Francia e Spagna hanno rasentato quelli dell’olio d’oliva nel mese di aprile. La crisi dovuta alla guerra in Ucraina ha infatti colpito il primo produttore ed esportatore mondiale di olio di girasole, inducendo a cascata una rincorsa al reperimento di semi e di olio. Alto quindi l’interesse anche in Italia per questa coltura, ottima anche in veste di alternativa rotazionale, specialmente per i cereali a paglia e per il mais, verso il quale il girasole si qualifica come soluzione eccellente in termini preparatori.
Questa coltura mostra inoltre una buona adattabilità quanto a terreni e fasce climatiche, mostrandosi poco esigente per nutrienti e acqua. I primi gravati dagli aumenti dei prezzi dei fertilizzanti, specialmente di quelli azotati. La seconda, invece, resa scarsa dalle precipitazioni estremamente ridotte degli ultimi mesi. Per tali ragioni, inserire il girasole nei piani aziendali potrebbe essere un’eccellente mossa in termini di ripartizione dei rischi e di garanzia del reddito. Sapendo però che la sua coltivazione è bene sia cadenzata sullo stesso terreno ogni 3-5 anni, è ragionevole pianificare a girasole non più del 20-30% delle proprie superfici aziendali, avendo cura di non seminarlo mai in successione o precessione diretta con altre oleaginose, come per esempio colza e soia.
In termini agronomici, il girasole può essere coltivato anche senza ricorrere all’aratura, effettuando lavorazioni poco profonde con gli appositi coltivatori a dischi, abbinabili eventualmente alle seminatrici in modo da effettuare semina e preparazione del terreno in un unico passaggio, a tutto vantaggio dell’economia aziendale. Nelle aree collinari del Centro, come per esempio nelle Marche, può essere consigliabile anche la semina diretta, senza lavorazione alcuna, preceduta da un diserbo preparatorio a base di glifosate.
La nutrizione primaverile del girasole
Dopo la semina, che solitamente cade tra fine marzo e inizio aprile a seconda degli areali, è la nutrizione del girasole a ricoprire un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle piante e la successiva resa in acheni e, quindi, anche in olio. Il girasole non appare coltura particolarmente avida di macroelementi, necessitando mediamente fra gli 80 e i 100 kg/ha di azoto, 80 kg/ha di fosforo, salendo a circa 150 kg/ha per il potassio in caso i terreni ne siano scarsamente dotati. In alcuni areali sufficientemente ricchi di tale elemento, la concimazione potassica può anche essere differita all’anno successivo.
La difesa dalle infestanti nel girasole
Per il controllo delle malerbe sono disponibili in commercio 63 differenti formulati, con possibilità di intervenire sia in pre-emergenza, sia in post-emergenza.
- Da impiegarsi in pre-emergenza figura per esempio pendimetalin, erbicida ad ampio spettro, specialmente verso le “foglie larghe”, abbinabile a dicotiledonicidi specifici come metobromuron e aclonifen e/o a graminicidi come S-metolaclor e flufenacet. Utilizzabile con prudenza anche oxyfluorfen, da somministrare al suolo nudo in bande di 25-30 centimetri di larghezza, su girasole seminato a file larghe almeno 70-75 centimetri. Ciò perché in caso di temporali violenti, l’erbicida potrebbe lambire le prime foglie emerse della coltura generando transitori effetti fitotossici.
- In post-emergenza sono invece disponibili specifici graminicidi come propaquizafop, quizalofop-p-etile (isomero D), fluazifop-p-butile, cletodim e cicloxidim. In considerazione però di alcuni fenomeni di resistenza rilevatisi su grano verso i cosiddetti -FOP e -DIM, va sottolineato come il girasole si presti ottimamente al controllo delle foglie strette in pre-emergenza, utilizzando S-metolaclor o flufenacet, non impiegabili su frumento e quindi ottime soluzioni in ottica di rotazione delle sostanze attive impiegate.
- Da prendere inoltre nota dell’autorizzazione temporanea di impiego per usi eccezionali a favore di halauxifen metile, dicotiledonicida impiegabile su girasole dal 22 aprile 2022 al 19 agosto 2022, in special modo per controllare eventuali presenze di ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) e nappola minore (Xanthium strumarium).
Capitolo a parte le varietà di girasole tolleranti a specifici erbicidi, nella fattispecie ALS-inibitori come imazamox (genetiche “Clearfield”) e miscele di tifensulfuron metile e tribenuron metile (genetiche “SX”). Tali genetiche, e quindi tali diserbi, vanno adottati o meno in funzione della presenza di infestanti resistenti a una o più sostanze attive con tale meccanismo d’azione. Per esempio, in caso di rotazione con frumento si sconsiglia di impiegare ripetutamente erbicidi ALS-inibitori anche su girasole, al fine di non favorire la proliferazione di manifeste popolazioni resistenti a questa famiglia chimica.
Controllo meccanico delle infestanti nel girasole
In ottica di difesa integrata delle colture può infine essere presa in considerazione anche la sarchiatura, da effettuarsi al massimo entro i 40 centimetri di altezza delle piante di girasole. Tale pratica controlla però solo le infestanti presenti nell’interfila, necessitando quindi di interventi erbicidi che eliminino le popolazioni infestanti anche lungo le file seminate.