Alla fine l’Imu è legge: il decreto legge è stato approvato a Montecitorio con 272 sì, 153 no e 15 astenuti. Non avendo subito modifiche rispetto al Senato, entra in vigore anche se alcuni ordini del giorno impegnano il governo a mettere in piedi una commissione tecnica per affrontare la questione e pure pendono ricorsi al Tar sul tema.
Dopo il via libera della Camera lo scorso 19 marzo il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina ha
assicurato che il provvedimento tutela il più possibile chi vive di agricoltura, riduce il gettito di oltre cento milioni rispetto alla prima ipotesi, allarga di molto i Comuni esentati a partire proprio dalla montagna e rafforza i meccanismi di esenzione e detrazione anche per quelli in pianura. «Rispetto al rischio paventato mesi fa di interventi radicali sulla fiscalità agricola – ha aggiunto Martina – in ragione della delicata fase economica attraversata dal Paese abbiamo tenuto un punto di equilibrio che ora si deve certo ulteriormente migliorare con l’impostazione della local tax».
L’ultimo passaggio ha lasciato inalterato il provvedimento che ha allargato a 3.456 i comuni montani esentati (prima erano 1.498) e 655 parzialmente montani, dove scatta l’esenzione per i terreni di proprietà o in locazione a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Dei restanti, secondo le stime, il 56% dovrà pagare un importo inferiore ai 50 euro e l’80% dei contribuenti verserà una cifra inferiore ai 200 euro. Il gettito previsto per il 2014 è di 260 milioni di euro e solo circa 20 milioni sono a carico di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Per chi paga il dovuto per il 2014 entro il 31 marzo 2015 non sono previsti né interessi, né sanzioni.
Sempre a favore di queste due categorie è prevista poi, per i loro terreni di pianura che siano in caso soggetti a Imu, un’ulteriore esenzione in base a vari scaglioni ed è stata prevista l’esenzione dal pagamento per le Isole minori.
Le rassicurazioni da parte del Governo non sembrano però aver convinto molto Associazioni e addetti ai lavori: secondo la Cisl l’imu agricola porta con sé pesanti criticità per migliaia di piccole realtà familiari che compongono l’ossatura dell’agricoltura italiana. «L’imposta continua ad applicarsi su terreni poco redditizi, solo perché collocati sotto i 600 metri – sostiene la Cisl – e il criterio secco dell’altitudine è miope, non tiene conto di tante aree interne economicamente depresse che andrebbero maggiormente sostenute». La Cisl chiede parametri diversi di proporzionalità, che tengano conto della reale redditività dei terreni.
Forza Italia ha annunciato una class action contro il Governo per eliminare la tassa, mentre Lega e M5S parlano di ennesima patrimoniale. La deputata Pd Sabrina Capozzolo, responsabile nazionale per le politiche agricole del partito, osserva come il provvedimento sia il «migliore possibile nella congiuntura economica che il Paese vive» ma «ci sono contraddizioni da sanare».
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