Monitoraggio satellitare: Gps e droni al servizio dell’agricoltura

Crescono le applicazioni in grado di raccogliere ed elaborare le informazioni ottenute da satelliti o droni, realizzando le più opportune mappe di prescrizione

Sebbene i controlli in campo rimangano comunque attività indispensabile di tecnici e agricoltori, un aiuto considerevole può giungere dall’alto. Nuove tecnologie si sono infatti consolidate per monitorare le colture dallo spazio, tramite satelliti, o dal cielo utilizzando droni.

Gps e guida satellitare: una realtà consolidata e in via di sviluppo

I sistemi Gps sono già da tempo impiegati in agricoltura per aumentare la precisione delle lavorazioni. La guida satellitare dei mezzi ha ormai preso piede e permette di operare con livelli di precisione superiori a quelli offerti dal miglior operatore umano.
Ciò ha permesso per esempio di abbinare il diserbo chimico e quello meccanico realizzando sarchiatrici, al momento prototipali, in cui sono i satelliti a guidare il cantiere di lavoro. I denti della sarchiatrice operano in mezzo alle file, fermandosi a 7-8 centimetri dalla fila, lasciando agli ugelli il compito di erogare il diserbante unicamente lungo di essa. Sulle colture sarchiabili, come mais, soia o girasole, ciò comporta un risparmio in diserbi superiore al 90%.

Il monitoraggio satellitare o con droni

Dal cielo possono però giungere anche informazioni utili a ottimizzare i processi decisionali delle aziende. Per esempio valutando i diversi livelli di vigore delle colture all’interno dei medesimi appezzamenti. Diverse giaciture e tessiture del suolo possono infatti generare difformità puntuali talvolta sensibili, rendendo inutile e dispendioso somministrare semi, acqua e fertilizzanti in modo omogeneo a prescindere.
Utilizzando invece sensori multispettrali è possibile valutare facilmente lo stato di salute del suolo e delle piante, operando quindi i più opportuni interventi correttivi in modo mirato. Un monitoraggio, questo, che può essere svolto da satellite o tramite droni attrezzati con apposite telecamere.
In entrambi i casi le informazioni “spettrali” raccolte da droni o satelliti vanno poi analizzate, elaborate e interpretate. Ciò grazie a specifici indici che permettono di meglio discernere fra le possibili motivazioni delle eventuali anomalie.

Gli indici disponibili

I dati raccolti possono essere elaborati tramite indici differenti, come quelli di vigoria, di clorofilla e di stress idrico. In acronimo, gli indici di vigoria sono noti come NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), GNDVI (Green-NDVI), SAVI (Soil-Adjusted Vegetation Index), WDRVI (Wide Dynamic Range Vegetation Index) e LAI (Leaf Area Index). Quelli di clorofilla sono i TCARI/OSAVI (Transformed Chlorophyll Absorption Ratio Index/Optimized Soil-Adjusted Vegetation Index). Infine, quelli relativi alla risorsa idrica portano come acronimi NDMI (Normalized Difference Moisture Index) ed NMDI (Normalized Difference Drought Index).

Tali indici di vegetazione permettono di valutare lo stato di salute del suolo e di sviluppo della coltura, monitorando velocemente ampie superfici. Il risparmio di tempo e di risorse diviene quindi importante, tanto da giustificare gli investimenti in tali soluzioni tecnologiche. Per lo meno in aziende di dimensioni tali da massimizzarne i benefici.

Sempre necessario il controllo umano

Ovviamente, se in alcune aree del campo la coltura è meno rigogliosa che in altre serve essere anche certi dei motivi. Una volta ottenuto il responso degli indici di vegetazione sarà quindi compito dei tecnici utilizzare queste informazioni per effettuare controlli mirati in campo, magari ricorrendo se del caso alle analisi del terreno tradizionali. I controlli visivi sono inoltre utili per confermare la presenza o meno di parassiti o patogeni.

I sistemi di monitoraggio da remoto non sono quindi sostitutivi delle competenze agronomiche, bensì le integrano moltiplicando l’efficienza operativa dei tecnici. La loro potenzialità consulenziale viene infatti amplificata dalle nuove tecnologie, permettendo loro di migliorare le rese di un numero di ettari molto maggiore rispetto alle pratiche convenzionali legate esclusivamente alle visite in campo.

I vantaggi delle mappe di prescrizione

Le mappe di prescrizione sono strumenti funzionali all’agricoltura di precisione e permettono per esempio di eseguire concimazioni a rateo variabile, oppure di semine con densità diversa in funzione delle specifiche potenzialità produttive delle differenti porzioni di appezzamento. Ciò consente di ottimizzare la dose di concime o di seme, associando a ciascuna area il rateo più conforme.

Per realizzarle, però, servono appunto i dati di rilevamento aereo, satellitare o con droni, opportunamente elaborati. Inoltre, per poter trasferire in campo tali informazioni servono cantieri di lavoro debitamente attrezzati con trattori e attrezzature dialoganti tramite protocolli isobus, con i primi allestiti con terminali in grado di trasformare le informazioni in comandi.

In tal senso la tecnologia sta progredendo velocemente, permettendo un crescente numero di possibili applicazioni. In alcuni casi, per esempio, non è il trattore a impartire i comandi all’attrezzatura, bensì è quest’ultima che gestisce la velocità di avanzamento del trattore stesso.