Orzo e triticale da foraggio o biogas: quando trinciare?
I due cereali autunno-vernini possono essere raccolti nella seconda metà di maggio per essere avviati a insilamento a scopi zootecnici o bioenergetici. Fondamentale la giusta maturazione
In ambito zootecnico e bioenergetico risultano strategiche due colture particolari, ovvero orzo e triticale. Questi due cereali autunno-vernini vengono di norma raccolti nella seconda metà di maggio sino ai primi di giugno, con l’orzo che tendenzialmente anticipa il triticale di 10-15 giorni, arrivando con alcune varietà, come Atlante, entro la prima decade di maggio.
Elevati risultano i quantitativi complessivi che si possono raccogliere. In alcuni casi particolarmente favorevoli vi sono orzi che toccano 60 tonnellate ad ettaro al 28% di sostanza secca. Il momento ideale di raccolta coincide però con alcuni aspetti legati alla quantità di sostanza secca, cioè quella che di fatto servirà negli allevamenti in forma di foraggio, o come trinciato negli impianti per la produzione di biogas.
Triticale: l’importanza delle corrette tecniche colturali
Per produrre un triticale di elevato livello quali-quantitativo è necessario rispettare alcune regole fondamentali a partire dalla corretta epoca di semina, indicativamente collocata verso metà ottobre. In tale momento, peraltro, risultano minori i rischi di eventuali attacchi di afidi vettori di virus.
Anche i residui colturali presenti al momento della semina vanno gestiti oculatamente, poiché possono risultare habitat ideale per i patogeni fungini. Contro di essi è poi utile utilizzare seme di qualità, opportunamente conciato. Infine, la corretta quantità di seme per ettaro minimizzerà i fattori di stress dovuti alla competizione fra le piante della stessa cultura. In linea di massima, in funzione del livello di fertilità del suolo, si possono seminare fra i 150 e i 200 kg di seme per ettaro.
Concimazione e difesa fitosanitaria del triticale
Quanto alla concimazione, anch’essa dovrà essere bilanciata, evitando soprattutto eccessi azotati. Eventuali malattie fungine, favorite da andamenti climatici particolarmente freschi e umidi, dovranno poi essere trattate con i più opportuni fungicidi. Questi sono per lo più triazoli e strobilurine, cui si aggiungono specifiche sostanze attive quali benzovindiflupyr, bixafen, fenpicoxamid, fluxapyroxad, fluopyram e spiroxamina. Molte di queste in miscela fra loro.
Momento ideale per la raccolta del triticale
Nel mese di maggio si dovrà poi monitorare la cultura nella propria evoluzione contenutistica. L’obiettivo e infatti quello di raccogliere il triticale da trinciato alla corretta maturazione, cioè quando il contenuto di sostanza secca sia compreso tra il 28-32%.
Lo sfalcio dovrà poi prediligere tagli di trinciatura corti al fine di generare la più ampia superficie possibile di contatto tra la massa verde e i microrganismi che daranno poi vita ai processi fermentativi.
Orzo: tecniche agronomiche e momento ottimale di raccolta
Anche l’orzo può essere seminato con fini foraggeri o bioenergetici, raccogliendo l’intera pianta quando le cariossidi si presentino a maturazione lattea-cerosa, ovvero la fase ideale in cui la cultura va trinciata e insilata.
Circa la semina, l’orzo viene solitamente posto a dimora in autunno, in genere poco dopo la semina del frumento. Le dosi di seme spaziano fra i 120 e i 170 kg/ha, realizzando una densità ottimale di spighe intorno a 600 per metro quadro. Anche nel caso dell’orzo, come già visto per il triticale, è sempre bene ricorrere a semente certificata e opportunamente conciata contro le avversità fungine che attaccano le piante nelle loro primissime fasi di sviluppo.
Concimazione e difesa dell’orzo
Circa la concimazione – in funzione della varietà e della fertilità del terreno – l’orzo richiede fra i 70 e i 110 kg/ha di azoto, fra i 60 e i 120 kg/ha di potassio e fra 70 e 100 kg/ha di fosforo, meglio se somministrato al momento della semina in modo localizzato. In genere, i successivi apporti di azoto dovranno integrare le disponibilità di base in funzione dei picchi di sviluppo della coltura.
Anche la difesa fitosanitaria concorre alla produzione di orzi sani e rigogliosi, contrastando le malattie fungine che attaccano steli, foglie e spighe, ovvero Ruggini, oidio, rincosporiosi e maculatura reticolare, patogeno il cui agente fa capo al genere Pyrenophora. Oltre a queste malattie si sono manifestate in crescita negli ultimi anni anche le infezioni dovute a Ramularia, appartenente alla specie Micospherella.
Gli attacchi di questo patogeno provocano estesi disseccamenti delle foglie, inducendo cali di resa talvolta significativi. Fungicidi triazolici e strobilurinici sono di norma sufficienti a contenerne i danni, affiancandosi ad essi anche le sostanze attive già citate per il triticale.
Momento ideale di raccolta dell’orzo
Analogamente al triticale, anche l’orzo da foraggio o da biogas va raccolto quando le cariossidi presentino un livello di maturazione latteo-cerosa. Ciò avviene quando si riscontrino tenori di sostanza secca che spaziano generalmente fra il 30 e il 32%.
Le pratiche di sfalcio dovranno sempre garantire un’adeguata dimensione dei frammenti che costituiscono il trinciato, affinché i microrganismi possano operare al meglio durante la fase di insilamento.