Sripada Srisai Lalita Prasida, una tredicenne indiana ha partecipato al Google Sience fair ( una competizione scientifica online, aperta a studenti provenienti da tutto il mondo di età compresa fra i 13 e i 18 anni) con un progetto che dimostra le potenzialità adsorbenti dei tutoli del mais immersi in soluzioni acquose contenenti inquinanti. Come a volte accade, il progetto nasce da un esperimento un po’ frutto del caso, quando un paio di anni prima Lalita si accorge che dei tutoli immersi nell’acqua sporca sono in grado di chiarificarla.
Lo spirito di osservazione, la scarsa disponibilità di acqua nelle zone in cui vive e la capacità di intuire una soluzione, spingono Lalita a sviluppare quanto osservato in un sistema che possa filtrare le acque inquinate da ossidi di sali, detergenti, particelle sospese, tinture colorate, olio, grasso, etc, etc…
Il sistema Low cost Bio-Adsorbent (così come presentato da Lalita), prevede 5 fasi di filtraggio per caduta, attraverso una serie di imbuti contenenti appunto i tutoli del mais. In particolare, il primo imbuto contiene pezzi grossolani di tutoli, il secondo piccoli pezzetti di tutoli, il terzo tutoli carbonizzati, il quarto tutoli polverizzati e per ultimo,il quinto sabbia fine.
l risultato è entusiasmante se si pensa che un sistema così semplice, senza apporto di energia e con così basso impiego di materiale, è in gradi di rimuovere tra il 70 e l’80% dei contaminanti. Il progetto ha fatto vincere a Lalita il Scientific Impact Community Award, della quinta edizione della Google Science Fair.Il sistema, secondo quanto presentato dalla giovane scienziata ha permesso in sole due o tre settimane di ripulire piccoli stagni e serbatoi d’acqua per uso famigliare.
Come “smaltire” successivamente i tutoli impregnati di agenti inquinanti sarà un’altra sfida interessante!
Vi lasciamo al link del progetto così come presentato al Goole Sience Fair
Photo credit: Google Sience Fair web pages