Soia, cimici e ragno rosso: la difesa in estate
Ragno rosso e cimice asiatica sono i parassiti chiave della soia nei mesi estivi. Le soluzioni insetticide/acaricide sono poche e da usare con razionalità
Tra le avversità estive della soia spicca il Ragnetto rosso (Tetranichus spp.), un acaro estremamente polifago che attacca soprattutto in condizioni climatiche caldo-umide a fronte di una generale scarsità di piogge.
Altra avversità della soia durante l’estate è dovuta alla Cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo insetto si mostra anch’esso estremamente prolifico e polifago, potendo vivere a spese di una molteplicità di colture, soia inclusa. Di norma, il parassita mostra due diversi picchi di popolazione. Il primo cade fra i mesi di aprile e giugno, mentre il secondo si verifica generalmente nella seconda metà di agosto ed è composto prevalentemente da forme adulte.
I danni su soia
In estate le forme mobili di Ragnetto rosso infestano la pagina inferiore delle foglie nutrendosi del citoplasma cellulare. Così agendo, le punture degli apparati boccali inducono vistose depigmentazioni e bronzature che possono nei casi peggiori causare filloptosi precoce. Sebbene siano predati da Phytoseiulus persimilis, anch’esso un acaro, su soia i Ragnetti rossi necessitano spesso di specifici trattamenti acaricidi.
Diversi sono anche i momenti in cui la Cimice asiatica può danneggiare la soia: durante la fioritura e successivamente nella fase di ingrossamento semi. In entrambi i casi i danni sono causati dalle punture realizzate dalle cimici tramite i propri apparati boccali pungenti-succhianti. Tali punture dapprima causano aborti fiorali, diminuendo quindi il numero assoluto di semi che si potranno sviluppare. A seguire, le punture in fase di maturazione provocano un aspetto striminzito dei semi, i quali non potranno completare in modo soddisfacente il proprio sviluppo. Ciò impatterà la resa commerciale, poiché i semi imperfetti abbasseranno la qualità complessiva delle partite in fase di conferimento.
Soglie di intervento contro Ragnetti rossi e Cimice asiatica
L’uso di insetticidi e acaricidi è quindi necessario, a patto che i parassiti siano presenti in modo significativo negli appezzamenti. In tal senso, per la Cimice asiatica una soglia di intervento può essere fissata quando il monitoraggio registri più di un adulto per metro lineare. Fra uno e tre individui per metro lineare si iniziano a registrare infatti danni sensibili, quindi è bene non raggiungere mai tale densità di popolazione su soia.
Per i Ragnetti rossi la prima soglia di allerta si verifica a fronte di almeno due forme mobili per foglia, obbligando all’intervento acaricida avvicinandosi la soglia di dieci forme mobili. Oltre a tale livello di infestazione i danni divengono infatti cospicui in termini economici.
Gli insetticidi e gli acaricidi disponibili in Italia
A riportare in etichetta ministeriale le cimici della soia sono al momento solo i formulati contenenti lambda cialotrina, piretroide ad ampio spettro spesso impiegato su soia anche in veste di geoinsetticida da distribuire lungo il solco di semina.
Oltre alla grave lacuna di soluzioni disponibili, ulteriori fattori di complicazione della difesa dalle cimici è la loro presenza molto prolungata sulla coltura, come pure la loro prevalente localizzazione lungo i bordi dei campi. Al momento del trattamento si può infatti assistere a un massiccio allontanamento dell’insetto dalle piante di soia, sfuggendo in tal modo all’insetticida. Le applicazioni vanno quindi effettuate conoscendo tale comportamento del parassita, progredendo dall’esterno all’interno degli appezzamenti.
Più ampio il ventaglio di soluzioni contro i Ragnetti rossi, sebbene nemmeno in tal caso si possa parlare di abbondanza. Fra le molecole di sintesi si annoverano solo i formulati a base di fenpiroximate ed exitiazox, entrambi disponibili con un solo formulato a testa.
In agricoltura biologica, ma ovviamente impiegabili anche in protocolli di difesa integrata, figurano poi tre differenti soluzioni: sali di potassio degli acidi grassi (due formulati), olio essenziale di arancio dolce (due formulati) e Beauveria bassiana – ceppo ATCC 74040 (un formulato).
Come sempre, buona norma suggerisce di alternare soluzioni con modo d’azione differente, al fine di minimizzare i rischi di fenomeni di resistenza.