Fino al 1970 l’Arabia Saudita aveva visto crescere poche piante di grano sul “suolo” nazionale ma negli anni successivi la politica agricolo-economica del Regno Saudita (un programma di autosufficienza), cambiò e spinse la produzione di grano a tal punto che nel 1984 diventò un esportatore netto e 1992 uno dei primi 10 esportatori mondiali di grano raggiungendo una produzione di 4,1 milioni tonnellate.
Il sogno Saudita si è però infranto, perchè si sono rapidamente esaurite le falde acquifere formatesi dopo l’ultima era glaciale. A partire dal 2008 il governo ha deciso quindi di ridurre del 12,5% annuo l’approvvigionamento interno colmando progressivamente il divario con le importazioni. L’ultima raccolta saudita risale al maggio di quest’anno con poco meno di 30.000 tonnellate di prodotto destinato a specialità tradizionali da forno .
Nonostante il clima torrido e praticamente senza pioggia, il più grande produttore di petrolio al mondo arrivò a produrre così tanto grano che le sue esportazioni avrebbero potuto alimentare Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Oman e Yemen. La massima espansione avvenne tra il 1980 e il 1990 con un veloce incremento delle tipiche coltivazioni circolari ben visibili dall’alto nel periodo primaverile.
L’Arabia Saudita tornerà quindi a “vendere idrocarburi per comprare carboidrati.”
In Medio Oriente, solo la Turchia, l’Egitto, l’Iran, l’Iraq e la Siria producono quantità significative di grano, anche se spesso importano per coprire carenze nazionali. L’Egitto, per esempio, è il più grande importatore mondiale a causa della domanda in forte espansione per il pane sovvenzionato.
Il mese scorso Ahmed bin Abdulaziz Al-Fares, amministratore delegato dell’agenzia di Stato incaricata delle importazioni di cereali, ad una conferenza di settore a Riad ha detto, che l’Arabia Saudita importerà 3,5 milioni di tonnellate nel 2016. Entro il 2025, la domanda dovrebbe aumentare di 4,5 milioni di tonnellate come risposta alla crescita della popolazione; l’Arabia Saudita diventerà uno dei 10 più grandi acquirenti di grano di tutto il mondo.
L’Arabia Saudita è già il più grande importatore mondiale di orzo, (utilizzato per alimentare i cammelli) e tra le prime 15 per il sorgo. L’Arabia è diventata quindi particolarmente importante per il Canada, la Germania e gli Stati baltici di Lituania e Lettonia, in quanto principali fornitori di grano del Regno Saudita. Le scelte Saudite (obbligate) sono propizie in quanto il mercato del grano è oramai saturo da molto tempo. I prezzi per il frumento di alta qualità, che nel 2008 a Kansas City hanno raggiunto i 480 dollari a tonnellata, sono scesi quest’anno a meno di 180 $.
Probabilmente il regno Saudita non sarà l’ultimo paese ad allontanarsi dalla possibilità di far crescere i propri raccolti. Altre regioni agricole chiave, tra cui l’India del Nord e la Cina settentrionale, sono sotto pressione per la crisi dei loro bacini acquiferi e lo stress è aggravato dalle piogge irregolari.
Se da una parte l’Arabia Saudita rinuncia alla produzione nazionale, dall’altra si dedica al “land grabbing” (cos’è il land-grabbing?), investendo quindi nell’acquisto di terreni esteri….e non solo. Nel mese di Aprile, una società saudita ha acquistato una quota di maggioranza della ex Canadian Wheat Board, accordo che dà accesso a esportazioni di grano dal Canada. Un altro esempio di strategia di approvvigionamento? Bunge Ltd., una delle maggiori aziende che commercializzano grano di tutto il mondo e in tutto il mondo è di proprietà dello Stato saudita; Idrocarburi per comprare carboidrati!
Foto e articolo originale:
http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-11-04/saudi-wells-running-dry-of-water-spell-end-of-desert-wheat