L’Ispra assolve la zootecnia, attestando che la contaminazione delle acque è da attribuirsi solo per il 10% ai nitrati contenuti nelle deiezioni animali distribuite nei campi per fertilizzare.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale conferma quindi quanto già anticipato nel nostro Agriblog qualche mese fa (Nitrati nelle acque: l’agricoltura c’entra poco): l’apporto della zootecnica è sicuramente più limitato rispetto a quanto finora considerato e non è mai significativamente prevalente
rispetto alle altre fonti interessate.
Lo studio completato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) scagiona definitivamente l’allevamento evidenziando la prevalenza della fonte di inquinamento da fertilizzanti minerali, rispetto a quella zootecnica, erroneamente considerata sino ad oggi la principale causa della contaminazione da nitrati e la prevalenza delle sorgenti di inquinamento multiple: cioè quelle che comprendono il settore civile e industriale, i fertilizzanti minerali utilizzati in agricoltura e anche il settore zootecnico.
Attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione (Piemonte, Lombardia, Veneto, ecc.) lo studio evidenzia inoltre come il peso degli allevamenti zootecnici non sia mai superiore ad un terzo del totale complessivo dell’inquinamento accertato.
La metodologia messa a punto da Ispra e i risultati raggiunti consentono l’apertura di un dibattito scientifico, da portare anche a livello comunitario, in modo da affrontare il problema della direttiva nitrati in maniera da incidere sulle reali fonti di inquinamento delle acque.
Immediato il commento del ministro del Mipaaf Maurizio Martina: «Sul tema nitrati stiamo lavorando con una forte collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e i risultati dello studio dell’Ispra aprono nuove possibilità d’intervento. In questi anni è stato troppo forte il carico di responsabilità addossato all’agricoltura e alla zootecnia rispetto all’inquinamento da nitrati. È ora di riequilibrare. Le analisi dell’Ispra ci aiutano a riconoscere effettivamente meglio le fonti principali da cui partire per gestire la questione sui nitrati e aggiornarla. Sulla contaminazione delle acque, infatti, bisogna comprendere che la zootecnia non può essere l’unico settore sulla quale incide pesantemente una direttiva comunitaria risalente a vent’anni fa».
photo credit: limagrainitalia account 123rf.com author Ludmila Smite