Semina del girasole: attenzione alle infestanti
I diserbi sono alla base della produttività del girasole, alternando il più possibile i meccanismi di azione delle sostanze attive per scongiurare o limitare i fenomeni di resistenza
La coltivazione del girasole ha mostrato negli ultimi anni un aumento delle superfici e delle produzioni, passando dai circa 110mila ettari del 2022 ai 122mila del 2023, con raccolti cresciuti da 264mila a 305mila tonnellate. I nuovi indirizzi della Pac hanno infatti stimolato l’inserimento del girasole nell’ambito delle rotazioni colturali, contribuendo a diversificare le attività aziendali e le pratiche agronomiche.
Quanto a scelta del terreno, i girasoli prediligono suoli ben drenati e sufficientemente dotati di sostanza organica, con un pH compreso tra 6 e 7. Normalmente sono posti in rotazione con i cereali autunno-vernini in Italia centrale, anche in ambienti collinari, mentre nel Nord del Paese si inseriscono in piani rotazionali più articolati che oltre ai cereali a paglia prevedono anche mais, soia, colza e colture foraggere.
La rotazione delle colture aiuta anche a prevenire le malattie che nel caso del girasole sono essenzialmente rappresentate dalla peronospora (Plasmopara halstedii), contribuendo a mantenere al contempo la fertilità del terreno.
Le lavorazioni pre-semina
La preparazione del terreno può variare da zona a zona. Nelle aree di pianura, con terreni sciolti, si può lavorare il terreno in profondità al fine di incorporare eventuali residui vegetali e malerbe. Negli ambienti collinari, in special modo in quelli a tessitura più argillosa, è invece consigliabile adottare tecniche di minima lavorazione con la possibilità in alcuni casi di seguire la pratica di semina su sodo. Questa è peraltro già applicata in collina da chi coltiva frumento, quindi i benefici del “sod seeding” non vanno persi per le lavorazioni dovute ad altre colture in rotazione, come il girasole.
Densità di semina e altri accorgimenti agronomici
La scelta della varietà dipende dall’area di coltivazione e dagli obiettivi produttivi che ci si prefigge. Una nota comune a tutte le varietà è la resistenza alle malattie, aspetto che permette di limitare i trattamenti fungicidi in campo. Di norma, la semina dei girasoli avviene verso la metà della primavera, una volta terminato il rischio di gelate, ponendo i semi a distanze comprese fra 60 e 90 centimetri a seconda della varietà e del grado di fertilità del terreno, come pure della sua disponibilità idrica.
Nutrizione e difesa
Tendenzialmente poco esigente quanto a fertilizzanti, il girasole deve comunque essere protetto dalla competizione delle infestanti. In tal senso sono disponibili diverse soluzioni erbicide, sia di pre-emergenza, sia di post-emergenza. Il loro uso deve tenere in considerazione non solo i meccanismi di azione già impiegati su girasole negli anni precedenti, bensì anche delle sostanze attive utilizzate per il diserbo delle colture in rotazione. Ciò al fine di non applicare reiteratamente sostanze attive dal meccanismo d’azione uguale o simile.
I diserbi di pre-emergenza:
Aclonifen: controlla la maggior parte delle infestanti a foglia larga, tranne Abutilon, Ambrosia, Cardo, Cipero e fumaria, rivelatesi abbastanza tolleranti, fatto che ne limita l’efficacia in alcune zone del Nord Italia ove il girasole sia alternato a mais e soia. La sostanza attiva mostra però anche una media efficacia su Giavone comune e loietto.
Metobromuron: a prevalente azione dicotiledonicida, con un’azione anche su giavoni, fienarola e falso panico, va impiegato in pre-emergenza della coltura preferibilmente entro 5 giorni dalla semina e prima della nascita delle piante.
Pendimetalin: anch’esso da applicarsi in pre-emergenza del girasole, controlla Digitaria, Echinochloa, Lolium, Phalaris, Poa e Setaria fra le graminacee, mentre fra le dicotiledoni mostra un ampio spettro d’azione che include anche malerbe difficili come gli amaranti (anche quelli divenuti resistenti ad altre sostanze attive).
Oxyfluorfen: erbicida ad ampio spettro su infestanti dicotiledoni e su alcune foglie strette (Alopecuro e Poa), va impiegato solo sulla fila, rammentando che piogge cadute dopo l’emergenza della coltura possono indurre una transitoria fitotossicità nel girasole.
Graminicidi specifici di pre-emergenza:
S-metolachlor: specialista fra i graminicidi di pre-emergenza ad ampio spettro, copre tutte le infestanti a foglia stretta (Lolium e Avena sono mediamente sensibili), ma è ormai impiegabile solo fino al 23 luglio 2024.
Disseccanti di pre-semina:
Usato in veste di disseccante, pyraflufen etile è stato autorizzato in deroga per il diserbo dei letti di semina di soia, mais, girasole e sorgo. La finestra applicativa va dal 15 febbraio al 13 giugno 2024. Nel periodo autorizzato potrà essere quindi impiegato in alternativa ai classici diserbi di pre-semina effettuati con glifosate.
I diserbi di post-emergenza
Quizalofop-p-etile isomero D: da applicarsi entro la chiusura della fila contro tutte le infestanti graminacee annuali o perenni.
Fluazifop-p-butile: anch’esso appartenente alla famiglia chimica dei “Fops” (inibitori dell’enzima acetil-CoA-carbossilasi) come quizalofop-p-etile isomero D, va quindi utilizzato ricordando che tale meccanismo d’azione può generare resistenze quando si adoperino ripetutamente i medesimi erbicidi.
Propaquizafop: terza opzione “Fops” di post-emergenza contro le infestanti graminacee. Medesimi consigli di impiego di cui sopra.
Cletodim: graminicida di ampio spettro da applicare quando la coltura è fra lo stadio di due foglie sino a tre internodi allungati.
Ciclossidim: facente capo alla stessa famiglia chimica di cletodim, va impiegato anch’esso in post-emergenza della coltura, controllando la maggior parte delle infestanti a foglia stretta più rappresentative. Anche in tal caso valgono le medesime raccomandazioni in termini di strategie anti-resistenza viste per i “Fops”.
I diserbi per le varietà resistenti agli Als inibitori
Sulle varietà rese resistenti agli erbicidi Als inibitori (inibizione della sintesi degli aminoacidi), possono essere infine impiegati i formulati contenenti le seguenti sostanze attive:
Tifensulfuron metile e tribenuron metile, dicotiledonicidi in formulazioni specifiche per il girasole disponibili anche in miscela fra loro. Va prestata attenzione a non miscelare questi prodotti ai graminicidi per il rischio di fitotossicità.
Imazamox: anch’esso facente capo degli Als inibitori, sebbene appartenga a una famiglia chimica diversa da quella delle solfoniluree, va applicare in post-emergenza precoce quando il girasole si presenta allo stadio di 2-8 foglie. Questi prodotti sono in grado di controllare anche le graminacee.