Gelate tardive: danni a macchia di leopardo in Italia
I bruschi abbassamenti di temperature, occorsi a inizio aprile 2021, hanno provocato seri danni alle colture frutticole e alla vite, ma in alcune aree italiane i venti gelidi hanno colpito anche i cereali a paglia
Era già successo nell’aprile del 1991, ripetendosi poi a inizio primavera nel 1997 e nell’aprile 2017. Periodicamente l’Italia viene infatti spazzata da improvvisi ritorni di gelo invernale, trainati nel Belpaese da correnti provenienti dal Nord Europa. I danni, quando ciò accade, sono sempre ingenti, sebbene distribuiti a macchia di leopardo nei differenti territori. A patire maggiormente delle temperature sottozero di aprile 2021 sono state ovviamente le colture frutticole in fioritura oppure in germogliamento, come per esempio la vite.
Anche i cereali a paglia, però, hanno riportato stress e danni in diverse parti dello Stivale, dopo aver beneficiato di temperature miti che li avevano indotti a riprendere con decisione lo sviluppo.
In areali a forte indirizzo cerealicolo, per esempio, i venti orientali hanno fatto precipitare le temperature di oltre 25°C, scendendo sottozero durante la notte. Gli appezzamenti più colpiti sono stati in genere quelli coltivati in particolari avvallamenti, dal momento che l’aria fredda tende a stratificarsi verso il basso. In tali condizioni foglie e spighe hanno subito danni differenti, alcuni rimediabili, altri meno.
In areali a forte indirizzo cerealicolo, per esempio, i venti orientali hanno fatto precipitare le temperature di oltre 25°C, scendendo sottozero durante la notte. Gli appezzamenti più colpiti sono stati in genere quelli coltivati in particolari avvallamenti, dal momento che l’aria fredda tende a stratificarsi verso il basso. In tali condizioni foglie e spighe hanno subito danni differenti, alcuni rimediabili, altri meno.
Per esempio su foglie si sono palesati ingiallimenti degenerati poi in necrosi dei tessuti più teneri. Apici e fogliame più recente sono infatti in tal senso le porzioni più sensibili della pianta. Meno visibili, ma ancor più preoccupanti, i danni alle spighe, sebbene siano distribuiti in modo differente nei campi. Una gelata nelle fasi antecedenti la spigatura può infatti influire sia sullo sviluppo della spiga stessa, che talvolta risulterà palesemente atrofizzata, sia sul polline che verrà prodotto. In tal caso, anche la fecondità può essere parzialmente compromessa. Se così non fosse, invece, è possibile aiutare le piante a reagire più velocemente tramite l’applicazione di opportuni biostimolanti, anche di derivazione algale, apportatori di aminoacidi, peptidi e microelementi. Ovvero i principali fattori che possono rivelarsi utili nello stimolo e nella ripresa del metabolismo cellulare, permettendo alla coltura di recuperare almeno parzialmente i danni e i ritardi subiti.