Mais, partenza incerta ma è bene anticipare
Dopo un mese di marzo, asciutto e mite, aprile recupera quanto a piogge ma abbassa le temperature.
Pro e contro nella scelta delle date di semina
Pro e contro nella scelta delle date di semina
La semina anticipata del mais è da tempo riconosciuta come variabile fra le più influenti per ottenere maggiori rese finali. Porre a dimora i semi a inizio primavera permette in primis di sottrarre la coltura agli attacchi della Diabrotica, poiché quando questi si dovessero verificare gli apparati radicali sarebbero più sviluppati e quindi tolleranti.
In secondo luogo, la coltura si può avvantaggiare di molti più giorni di ciclo vegetativo, anticipando la fioritura prima delle calure estive più stressanti. Per raggiungere il massimo della resa, la fioritura del mais dovrebbe essere in prossimità del solstizio d’estate, quando il giorno è più lungo e si hanno il massimo di ore di luce. Un anticipo che amplifica quindi la fecondità dei fiori, il numero dei ranghi e delle cariossidi presenti sulle spighe.
Infine, terzo vantaggio, in caso si semini un mais da trinciato si possono anticipare anche la preparazione dei terreni e le semine delle colture autunnali, elevando le rese anche della coltura in successione e permettendo una migliore gestione dei reflui e dei digestati.
In secondo luogo, la coltura si può avvantaggiare di molti più giorni di ciclo vegetativo, anticipando la fioritura prima delle calure estive più stressanti. Per raggiungere il massimo della resa, la fioritura del mais dovrebbe essere in prossimità del solstizio d’estate, quando il giorno è più lungo e si hanno il massimo di ore di luce. Un anticipo che amplifica quindi la fecondità dei fiori, il numero dei ranghi e delle cariossidi presenti sulle spighe.
Infine, terzo vantaggio, in caso si semini un mais da trinciato si possono anticipare anche la preparazione dei terreni e le semine delle colture autunnali, elevando le rese anche della coltura in successione e permettendo una migliore gestione dei reflui e dei digestati.
Tale approccio agronomico, di per sé positivo, non è però sempre possibile a causa di condizioni meteo poco favorevoli. Se consideriamo l’andamento di questa primavera, il mese di marzo, per esempio, è stato molto generoso quanto a temperature, toccando in Nord Italia i 26-27°C nelle ore più calde della giornata. Le piogge, però sono state alquanto avare, impedendo di sfruttare al meglio tali condizioni termiche favorevoli. A titolo di esempio, i dati pluviometrici del Milanese segnano solo 5,5 millimetri di pioggia nell’intero mese di marzo, dopo i 136 di dicembre, i 60 di gennaio e i 90 di febbraio.
Chi si accinge a seminare nella seconda metà di aprile può contare su terreni resi umidi dalle piogge, ma sufficientemente caldi da permettere la veloce germinazione senza problemi di difformità. Un aspetto che tocca soprattutto i suoli più freddi, ove la semina anticipata offre meno vantaggi e garanzie. Se il mais venisse infatti seminato con temperature medie inferiori a 10°C, potrebbe impiegare 3-4 settimane prima di emergere, esponendo la coltura a una serie di rischi, a partire da una minor efficacia e selettività dei diserbi di pre-emergenza.
Chi si accinge a seminare nella seconda metà di aprile può contare su terreni resi umidi dalle piogge, ma sufficientemente caldi da permettere la veloce germinazione senza problemi di difformità. Un aspetto che tocca soprattutto i suoli più freddi, ove la semina anticipata offre meno vantaggi e garanzie. Se il mais venisse infatti seminato con temperature medie inferiori a 10°C, potrebbe impiegare 3-4 settimane prima di emergere, esponendo la coltura a una serie di rischi, a partire da una minor efficacia e selettività dei diserbi di pre-emergenza.
Le prossime 2 settimane mostrano quindi le premesse per risultare decisive sul prosieguo della stagione, consentendo un maggior grado di sicurezza nei risultati e apportando comunque buona parte dei vantaggi di una semina parzialmente anticipata.