Soia: Superfici, prezzi e produzioni a confronto
A fronte di una domanda mondiale crescente di soia,
il 2021 ha mostrato in Italia un trend positivo quanto a ettari e prezzi, ma non per le produzioni a ettaro
Annata nel segno della soia, il 2021, con oltre 350mila ettari seminati in Italia contro i 320mila circa del 2020. Sul fronte dei prezzi, questi sono stati trainati verso l’alto dalla crescente domanda globale, soprattutto cinese.
A conferma, nel mese di dicembre si sono registrati prezzi alla tonnellata, per la soia al 14% di umidità, che hanno spaziato da un minimo di 568 euro del mercato di Bologna, a un massimo di 610 su quello di Milano. Ancora buoni, quindi, ma che presentano comunque una certa flessione rispetto ai prezzi spuntati a maggio con punte fino a 695 euro la tonnellata.
Quanto a produzioni, invece, l’annata che è terminata non è stata molto prolifica per molteplici cause. Il totale nazionale si è infatti fermato intorno al milione di tonnellate, in leggero calo, circa il 5%, rispetto a un già poco produttivo 2020. Nel Nordest, per esempio, la provincia di Venezia si è confermata la prima in Veneto con quasi 35mila ettari coltivati, pari a circa il 10% del totale nazionale. Purtroppo, la scarsa piovosità estiva ha fatto sì che le produzioni siano state soddisfacenti solo in presenza di impianti di irrigazione, mentre nei campi non irrigui le rese sono state fortemente penalizzate, assestandosi fra i 25 e i 35 quintali per ettaro, ovvero circa il 30% in meno delle medie pluriennali recenti.
Difficile quindi superare in Italia, a fronte delle condizioni attuali, il valore ormai consolidato dei 40 quintali/ettaro. Sicuramente, il forte aumento dei costi dei fertilizzanti, soprattutto di quelli azotati, continua però a proporre la soia come coltura di elevato interesse, grazie alla sua parziale indipendenza da questo nutriente con tutti i risparmi che ciò comporta.
Oltre quindi a sperare in un 2021 più generoso dal punto di vista climatico rispetto alle ultime due annate, va sottolineata la necessità di adottare in campo tutte quelle pratiche atte a creare le migliori condizioni di sviluppo della coltura, come per esempio l’irrigazione nei momenti più critici, nonché la più adeguata difesa fitosanitaria, al fine di mettere le piante nelle migliori condizioni per esprimere il massimo delle proprie potenzialità genetiche.