Cereali da insilato: i vantaggi della raccolta precoce

Orzo, frumento e triticale: raccogliere e insilare i cereali entro metà maggio permette semine tempestive di mais e soia in secondo raccolto

 

La stagione siccitosa appena conclusasi ha ulteriormente inasprito le già preoccupanti penurie di approvvigionamenti agricoli portate dal conflitto fra Russia e Ucraina. Ciò ha impoverito soprattutto la disponibilità di foraggi insilati, prevalentemente da mais, intaccando le scorte disponibili sia per le mandrie di bovini, da carne o da latte, sia per la produzione di biogas e del conseguente digestato.
È quindi possibile che molte aziende a indirizzo zootecnico-energetico si trovino nell’urgenza di compensare tali cali produttivi con nuovi foraggi da insilare nel più breve tempo possibile.

Gli insilati consigliabili: orzo, triticale e frumento

Se il mais da trinciato può essere raccolto da luglio a settembre, con raccolte tardive fino a inizio ottobre, un altro raggruppamento colturale può invece fornire già in primavera nuovi foraggi da insilare sfruttando autunno e inverno per il loro sviluppo. Sono i cosiddetti “cereali a paglia”, soprattutto orzo, triticale e frumento, utilizzabili in purezza oppure in miscela. Queste colture sono prevalentemente a semina autunnale e permettono di raggiungere il giusto grado di maturazione lattea e cerosa fra la seconda e la terza settimana di maggio dell’anno successivo.

 

Razioni equilibrate per amido e fibre

La pratica di insilare cereali autunno-vernini si sta espandendo da alcuni anni in Europa, fin da prima delle attuali crisi negli approvvigionamenti. In special modo tra le varietà di orzo e triticale ve ne sono alcune molto precoci, presentando in tal modo una ricca serie di vantaggi.

Gli insilati di cereali si evidenziano infatti per una buona resa in termini di fibra e amido, con tenori di sostanza secca che variano a seconda del grado di maturazione alla raccolta. I parametri da tenere in considerazione sono la resa in sostanza secca (espressa in tonnellate e in percentuale sul fresco), il tenore di amido, il contenuto di fibra e la digeribilità. A tal proposito è utile il parametro NDF (fibra al detergente neutro), poiché una razione povera di fibre può innescare acidosi ruminale, mentre un suo eccesso porta al calo dell’ingestione da parte degli animali e quindi a minori produzioni sia di carne, sia di latte.

Tale variabile muta in funzione dello stadio di maturazione delle piante, dal momento che nel tempo si accumula sempre più lignina nella parete cellulare. Il valore di NDF da ritenersi ottimale per i cereali da insilare è di poco superiore al 40% della sostanza secca alla raccolta (42-43%).

Contenuti nutrizionali a maturazione lattea e cerosa

Quando i cereali da insilare vengano raccolti a maturazione lattea presentano tenori di sostanza secca intorno al 30% con rese di 12-14 tonnellate per ettaro. Il contenuto di amido è di circa il 10%, per una digeribilità stimata intorno al 64-65%. Al salire del grado di maturazione, passando a quella cerosa, aumenta il tasso di amido, fino a più del 20%, ma anche quello di fibre. Il tenore di sostanza secca infatti aumenta sino al 35% circa e di concerto anche le rese, le quali si possono attestare intorno alle 16-17 tonnellate per ettaro.
Grazie alla possibilità di essere raccolti in momenti diversi e a differente grado di maturazione, i cereali da foraggio si prestano ottimamente sia per la produzione di insilati in purezza, sia per la realizzazione di miscele con insilati di erba o di mais. In tal caso, la percentuale di ciascun componente dovrà essere fissata in base agli specifici contenuti nutrizionali, al fine di realizzare razioni in stalla il più possibile equilibrate.

Vantaggi di una raccolta precoce

Orzo e triticale presentano varietà caratterizzate da differenti momenti ottimali di raccolta, permettendo una razionale scalarità operativa nel tempo. Vista però la prevedibile situazione primaverile, con le trincee vuote o prossime ad esserlo, sono soprattutto le varietà a raccolta precoce a offrire i maggiori vantaggi. Ciò perché sono le prime a rendersi disponibili alla raccolta, rimpinguando in tal modo le trincee in sofferenza e anticipando i tempi in cui è possibile seminare la coltura di secondo raccolto, come per esempio mais o soia. Il tutto a favore della redditività aziendale complessiva per unità di superficie.
Grandi vantaggi sono offerti dalle varietà a raccolta precoce anche in caso le trincee non siano “in riserva”, aumentando la finestra temporale in cui espletare alcune pratiche aziendali, come la distribuzione di concimi e digestati, oppure eventuali lavorazioni del terreno.

Consigli per la raccolta precoce dei foraggi

In fase di maturazione lattea e cerosa gli steli si presentano ancora verdi e vanno sfalciati a circa 10 centimetri da terra al fine di non imbrattare il foraggio con polvere e terra, possibili veicoli di microrganismi nocivi che è bene non contaminino i futuri insilati. Anche le attrezzature meccaniche per la trinciatura vanno impostate al fine di realizzare frammenti dalla lunghezza di 2 centimetri circa, offrendo in tal modo le dimensioni ottimali per i successivi processi di fermentazione e conservazione.