Colza: nutrizione azotata e prime difese dai parassiti

Alla ripresa primaverile il colza necessita di integrazioni azotate e di specifici trattamenti insetticidi contro i fitofagi che attaccano le infiorescenze

Le temperature invernali 2023-2024 si stanno mostrando in linea con quelle delle stagioni precedenti, facendo segnare valori medi leggermente superiori a quelle degli anni passati. Ciò suggerisce agli agricoltori di attrezzarsi in anticipo rispetto al solito per quanto riguarda sia la nutrizione azotata della coltura, sia la difesa dai più comuni parassiti che attaccano le infiorescenze già a inizio primavera.

Quanto a concimazioni azotate, queste è bene che vengano somministrate secondo la logica del frazionato. Ciò permette infatti di assecondare puntualmente le esigenze nutrizionali del colza, minimizzando al contempo le perdite per lisciviazione in caso di piogge battenti. Eventi che a inizio primavera possono in effetti asportare parte dei concimi distribuiti sottraendoli alla coltura.

Azoto: due somministrazioni sono meglio di una

Un primo intervento azotato è bene venga effettuato intorno alla metà di febbraio, compatibilmente con gli andamenti metereologici. Due-tre settimane dopo sarà poi possibile completare le pratiche nutrizionali con un secondo intervento, da posizionarsi preferibilmente entro la prima metà di marzo.

Circa la tipologia di fertilizzante, questo deve essere scelto in base alla capacità di soddisfare le puntuali esigenze della coltura. Al fine di soddisfare velocemente il picco di richieste metaboliche dovute alla ripresa vegetativa, la prima somministrazione è bene venga effettuata con solfato ammonico in ragione di 80-120 chilogrammi di azoto per ettaro. La forbice nei dosaggi è dovuta ai parametri prefissati alla semina quanto a varietà prescelte e densità di messa a dimora, variabile questa fra le 40 e le 50 piante per metro quadro. Le dosi superiori andranno infatti adottate a fronte di varietà particolarmente rigogliose e di densità di semina più elevate.

La presenza di zolfo in questi fertilizzanti sarà utile alla coltura per la sintesi degli aminoacidi solforati di cui è molto ricca. 

Attenzione al momento di intervento

Oltre alla corretta dose di fertilizzante, questa andrà somministrata anche in funzione dello stato vegetativo del colza verso metà febbraio. Se infatti la coltura mostra già un buon grado di rigoglio l’azoto andrà somministrato più tardivamente, nella terza settimana, altrimenti si corre il rischio di stimolare le piante all’emissione di nuove foglie. Ciò va scongiurato, poiché l’emissione indesiderata di foglie penalizza i getti laterali.

Al contrario si dovrà intervenire precocemente, nella seconda settimana di febbraio, in caso la coltura si mostrasse poco rigogliosa. Situazione questa che può verificarsi a seguito di andamenti dell’inverno penalizzanti quanto a temperature o anche per insufficiente fertilità di fondo del terreno. Una tempestiva integrazione di azoto permetterà in tal caso alle piante di recuperare velocemente un soddisfacente grado di rigoglio vegetativo.

Marzo: si completa il programma di nutrizione azotata

La seconda e ultima applicazione di fertilizzanti azotati avviene di norma a inizio marzo, in caso di prime applicazioni precoci, o verso la metà del mese in caso il primo intervento in febbraio sia stato ritardato. Per questa seconda concimazione sono consigliabili fertilizzanti a base di nitrato ammonico, da somministrarsi in ragione di 70-80 unità d’azoto. Dosi che dovranno tenere conto degli apporti assicurati alla coltura con l’intervento precedente.  

Trattamenti insetticidi contro i parassiti della colza

In primavera sorgerà anche la necessità di controllare i più comuni fitofagi che minacciano il colza. Trattasi di coleotteri come il Meligete, il primo a comparire nei campi di colza, poi Altica e Punteruoli ai quali si può aggiungere in seguito anche la Cecidomia, una specie di dittero.

A fare le spese degli attacchi del Meligete sono i bottoni fiorali, attaccati dagli adulti dell’insetto. In caso di popolazioni significative ciò influirà sulla produttività finale diminuendo il numero di fecondazioni. A seguire subentreranno poi i Punteruoli, curculionidi del genere Ceuthorrhynchus, le cui larve si accresceranno a spese dei semi all’interno delle silique in via di formazione.

Nei fori di uscita dei Punteruoli potranno infine deporre le uova nelle silique anche le Cecidomie, ditteri del genere Dasyneura. Le ovideposizioni possono raggiungere anche le 50-60 uova per siliqua, dalle quali schiuderanno le larvette che eroderanno le pareti interne delle silique finendo i semi lasciati ancora intatti dai Punteruoli.

Infine, in autunno un altro parassita potrà danneggiare la coltura del ciclo successivo, attaccandone gli apparati fogliari delle giovani piantine. Trattasi dell’Altica, crisomelide del genere Psylliodes.

I mezzi di difesa dai parassiti del colza

Quando presenti in modo significativo, coleotteri e ditteri possono abbattere le rese di oltre il 50%, motivo per il quale è bene essere pronti a intervenire con i più idonei insetticidi. Purtroppo, le soluzioni rimaste a disposizione degli agricoltori sono poche e basate quasi esclusivamente su piretroidi, insetticidi ad ampio spettro e dall’ottimo potere abbattente, ma non selettivi sugli organismi non target.

Di seguito, le sostanze attive per le quali esistono formulati commerciali autorizzati in Italia al febbraio 2024 (Fonte: Fitogest.com).

Meligete: 32 i formulati disponibili, contenenti i principali piretroidi (cipermetrina, deltametrina, lambda cialotrina, esfenvalerate, tau-fluvalinate).

Altica: 31 in formulati autorizzati, per lo più a base di piretroidi (cipermetrina, deltametrina, lambda cialotrina e tau-fluvalinate) con un solo formulato contenente acetamiprid, neonicotinoide. L’habitus esterno del fitofago lo espone facilmente ai trattamenti massimizzandone l’efficacia.

Punteruoli: 17 formulati risultano in commercio, tutti contenenti piretroidi (cipermetrina, deltametrina, esfenvalerate, lambda cialotrina).

Cecidomia: solo 7 i formulati a disposizione con solo due sostanze attive, cipermetrina e lambda cialotrina, entrambe della famiglia chimica dei piretroidi. Non essendo penetranti, questi insetticidi vanno applicati al momento delle ovideposizioni al fine di intercettare le femmine. Una volta che le uova sono state deposte nelle silique, infatti, questi insetticidi non possono più garantire un adeguato controllo del parassita.