Come limitare i danni da uccelli sul girasole

Spaventapasseri, strisce riflettenti, cannoni ad aria compressa e innovative soluzioni dissuasive: ecco le strategie di difesa più consigliabili per limitare i danni da avifauna selvatica

La difesa delle colture dalle avversità non si limita alle erbe infestanti, agli insetti e alle malattie fungine, bensì deve occuparsi anche degli uccelli. L’avifauna selvatica può infatti arrecare seri danni a molteplici colture. I corvidi (corvi e cornacchie), per esempio, possono creare gravi fallanze nei campi seminati a mais quando il loro numero diventi importante.

 

I piccioni all’attacco del girasole

In alcune aree italiane, come nelle Marche, terra ove il girasole si alterna al grano duro, anche i piccioni rappresentano una minaccia per questa coltura. Se numerosi, i piccioni possono creare fallanze quando il girasole è in fase di emergenza, poiché questi uccelli vengono attratti dalle giovani plantule. Al loro interno, durante la fase cotiledonare, si sta infatti realizzando la rapida trasformazione dell’amido in zuccheri. Ciò rende le giovani piantine particolarmente appetite da questi uccelli.

Con il becco scostano la poca terra che copre ancora parzialmente la base delle piantine e le strappano, causando fallanze totali. Anche senza giungere alla rimozione totale, si possono registrare danni da capitozzatura. Le piante vengono cioè recise e sono pertanto da considerare perse.

 

Come allontanare o dissuadere gli uccelli

Non potendo ricorrere agli abbattimenti, le uniche soluzioni atte a proteggere la coltura del girasole sono quelle che prevedono la creazione di un ambiente ostile agli uccelli, nella speranza di allontanarli. Oppure di distrarli con esche sulle quali essi possano concentrarsi anziché colpire i semi posti a dimora.

In tal senso Limagrain propone Peacor, una soluzione semplice e sostenibile, utilizzabile anche in agricoltura biologica. Tale tecnica elusiva si basa sulla distribuzione di semi di una oleaginosa additivati con uno specifico appetente naturale per uccelli. Questi troveranno quindi più agevole nutrirsi dei semi posti loro a disposizione, anziché spendere energie cercando cibo nei campi.

Per la distribuzione dei semi si può utilizzare un normale spandiconcime, oppure una seminatrice per cereali in caso si preferisca lavorare su fasce strette di terreno. Se si adotta questa seconda opzione, però, è bene che risulti minima la profondità di semina: al massimo due centimetri.

L’esca conciata va distribuita nelle aree aziendali meno produttive, come per esempio quelle che corrono lungo le alberature ai bordi dei campi. Inoltre, per massimizzare l’efficacia di tale strategia è bene che l’applicazione dei semi trattati con Peacor anticipi di uno o due giorni la semina del girasole. Ciò garantisce la presenza attrattiva dell’esca proprio nel momento in cui la coltura è più facilmente attaccabile.

La concia dei semi di girasole con repellenti

Per quanto riguarda poi la difesa diretta dei semi di girasole, questa può essere operata tramite le apposite pratiche di concia. Esistono infatti in commercio dei repellenti che dissuadono gli uccelli dall’attaccare i semi e le plantule a causa dell’odore e del gusto sgradevole. Sono prodotti che contengono, per esempio, alluminio e ammonio solfato. Non rappresentano problemi di tossicità, espletando la propria funzione solo in termini dissuasivi.

Diversi sono inoltre i metodi fisici e meccanici utilizzabili, con diverse caratteristiche e costi di implementazione.

Il vecchio spaventapasseri

La tradizione agricola fa da sempre i conti con gli uccelli. Il rimedio più antico, tanto da divenire simbolico nell’immaginario collettivo, è lo spaventapasseri. È facile da realizzare, con un semplice telaio rigido su cui apporre vestiti vecchi, ma pecca di immobilità. In breve tempo gli uccelli si assuefanno alla loro presenza, fino a ignorarla del tutto. In alcuni casi sono realizzabili spaventapasseri che si possono orientare seguendo il vento. Ma anche in tal caso l’assuefazione giunge comunque, solo con un po’ più di ritardo.

Le strisce riflettenti che spaventano gli uccelli

Più efficace dello spaventapasseri, anche se indubbiamente meno romantico, è il metodo basato sulle strisce riflettenti. Sono materiali plastici, dorati o argentati, che vengono fissati a numerosi supporti ben distribuiti nei punti sensibili. Essendo le strisce molto leggere tendono a muoversi anche a fronte di venti molto deboli. La loro parte riflettente restituisce quindi bagliori intermittenti ogni volta che il Sole le colpisce. Trovano quindi un limite nell’assenza di vento e di illuminazione, condizione che minimizza l’effetto “inquietante” per gli uccelli.

Dissuasori che volano alti

In alto volano gli uccelli, in alto possono volare anche gli strumenti atti a spaventarli. In tal caso si parla di aquiloni e palloni, meglio se realizzati con colori cosiddetti “aposematici”. In zoologia per aposematico si intende una colorazione di una parte più o meno estesa del corpo che funga da avvertimento contro possibili predatori. Gli animali che utilizzano colorazioni aposematiche sono di solito velenosi, oppure hanno carni dal sapore sgradevole.

Colorare con tinte vistose aquiloni e palloni aggiunge una preoccupazione in più ai volatili, aggravata dal fatto che tali oggetti sono in continuo movimento.

Gli uccelli odiano i rumori

Sistema più impattante, ma anche più costoso, è quello che sfrutta cannoni ad aria compressa che emettono periodici boati. Questi, giungendo all’improvviso, possono infatti spaventare gli uccelli. Il limite di tali sistemi è la ritmicità delle esplosioni. Dopo qualche tempo gli uccelli comprendono che il pericolo non c’è e tra un colpo e l’altro continuano a sottrarre piantine in campo.

Per mitigare questo processo di assuefazione si possono spostare i cannoni, possibilmente cambiandone di frequente la programmazione.

Cosa mettere quindi in un campo di girasoli?

La regola aurea per scongiurare gli attacchi degli uccelli al girasole è quella di integrare il più possibile i diversi strumenti sopra elencati. Inoltre, i dissuasori fisici come spaventapasseri, strisce riflettenti, cannoni e aquiloni, andranno continuamente spostati nei campi, al fine di disorientare gli uccelli e rendere più difficile la loro assuefazione.

Seminare più in profondità: vantaggi e svantaggi

Anche porre i semi qualche centimetro in più sottoterra limita le potenzialità di attacco degli uccelli. I 2-3 centimetri canonici del girasole possono non essere in tal senso sufficienti. Unico problema, seminare più in profondità porta con sé problemi diversi da quelli degli uccelli, rendendo più lento e difficile il primo sviluppo della coltura. Non è cioè pratica da seguire a meno che l’avifauna selvatica diventi problema preminente.