Deroghe per la semina in aree ecologiche: prorogata al 2023, ma non per le colture a uso zootecnico
A fine marzo 2022 l’emergenza bellica indusse la Ue a rivedere provvisoriamente i piani del Farm to Fork, ammettendo deroghe alla coltivazione di superfici destinate al riposo.
Lo scenario delle deroghe previste inizialmente
Meno frumento, meno granturco, meno girasole. Questi gli scenari indotti dalla guerra russo-ucraina, la quale ha portato gli Stati membri dell’Unione europea a chiedere una maggiore flessibilità nel quadro di attuazione della prossima Pac, cercando di mitigarne gli impatti negativi in termini di sicurezza alimentare.
La Pac 2023-2027, tra gli impegni inerenti la Condizionalità rafforzata, stabilisce infatti due obblighi distinti, noti anche come Bcaa (Buone condizioni agronomiche e ambientali), le quali si applicheranno giuridicamente dal 1° di gennaio 2023:
- Bcaa7: istituito l’obbligo della rotazione colturale sui seminativi, al fine di preservare la fertilità del suolo. Per “rotazione” si intende l’alternanza fra colture dai generi completamente diversi. Per esempio non sarà considerata la successione di frumento-triticale, farro e spelta, mentre saranno consentite quelle frumento-orzo oppure loietto-mais (anche da trinciato).
- Bcaa8: percentuale minima di almeno il 4% dei seminativi da adibire ad aree ed elementi non produttivi, oppure a colture azotofissatrici.
Ovviamente, ciò implica la necessità di operare le più opportune scelte colturali già dall’autunno 2022.
Deroghe specifiche per le piccole aziende
Escluse da ciò tutte le aziende sino a 10 ettari di seminativo che presentino più del 75% della superficie a prati permanenti di leguminose, piante erbacee da foraggio, oppure a riposo. Le aziende certificate biologiche sono esentate dal rispetto della Bcaa7.
Le incertezze per gli approvvigionamenti agroalimentari
Gli obblighi di cui sopra, però, hanno creato diverse preoccupazioni circa le potenzialità produttive del Vecchio Continente e sulla sicurezza degli approvvigionamenti agroalimentari. I vari Ministri europei all’Agricoltura si sono quindi focalizzati soprattutto sulle cosiddette “buone condizioni agronomiche e ambientali” atte a rafforzare il quadro della condizionalità della politica agricola a partire dal 2023.
Per fronteggiare i cali di importazione dai due Paesi belligeranti, già a fine marzo 2022 era stata infatti concessa una deroga che interessava 1,5 milioni di ettari di seminativi, sospendendo temporaneamente i vincoli imposti alle rotazioni, nonché la prevista non coltivazione all’interno delle aree cosiddette “ecologiche”.
Come visto, il perdurare del conflitto e l’onda lunga dell’instabilità negli approvvigionamenti globali hanno quindi indotto la Ue a prolungare tale deroga, apportando contestualmente alcune modifiche. In sostanza, quanto proposto dalla Commissione a partire dal 2023 ha fatto scendere la percentuale degli incolti al 4%, ma tale obbligo varrà anche per le aziende con meno di 10 ettari.
Eccezion fatta per i prati e per le colture permanenti, rimaste fuori dal computo, il 90% circa dei seminativi europei rientrerà quindi in tale deroga. Secondo la Commissione dovrebbero in tal modo restare in produzione appunto 1,5 milioni di ettari in più rispetto a quanto stabilito in precedenza dalle politiche agricole comunitarie.
Tempi di applicazione delle norme Bcaa7 e Bcaa8
La rotazione delle colture avrebbe dovuto iniziare nel 2023, quindi la relativa la verifica dei controllori doveva essere effettuata alle prime semine 2024, confrontando i due anni contigui. Considerando però le deroga concesse per il 2023, l’effettiva entrata in vigore della Bcaa7 cadrebbe con le semine 2024 e le prime verifiche alle prime semine 2025.