Frumento duro e tenero 2023: buone rese, calano i prezzi
Produzioni mondiali in aumento, ma stock mondiali in calo per il terzo anno consecutivo. Le rese in Italia recuperano rispetto al 2022, ma i prezzi restano insoddisfacenti
Giugno 2023: la trebbiatura dei cereali si avvicina a grandi passi e i mercati continuano a essere in fermento. Le produzioni di grano nel 2022 sono state infatti segnate da gravi siccità in ampie porzioni del Globo, venendo compensate in altre, ove le rese sono state invece soddisfacenti. La risultante è stata quindi positiva: stando alle statistiche mondiali, nella campagna 2021-2022 si sono infatti prodotti 779 milioni di tonnellate di frumento. Erano 774 quelle rilevate l’anno precedente, mentre nel 2023 le stime si orientano verso i 781 milioni di tonnellate.
Il trend mondiale appare quindi in lenta crescita quanto a produzioni, con un significativo recupero produttivo in area Nordamericana. Circa +5% in Canada, cui fa eco il +3% negli Stati Uniti. Anche l’Europa, pur in modo disomogeneo fra i diversi Stati Membri, ha marcato un +5%. Nonostante ciò, le disponibilità mondiale di grano sono date in calo per il terzo anno consecutivo.
Gli stock mondiali di grano
Secondo recenti stime del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), gli stock globali di grano per la campagna 2022/23 si fermeranno a 267 milioni di tonnellate. Un calo quindi dell’1,8% rispetto ai 272 milioni del 2021-2022 e del 7,9% rispetto ai 290 del 2020-2021. La differenza sale a doppia cifra (-11,9%) guardando ai 303 milioni di tonnellate del 2019-2020. Quest’ultimo dato risulta il più alto dal 2000.
Le medesime stime attribuiscono alla Cina il 54% degli stock globali, contro il 49,5% della stagione 2019-2020. A conferma, le scorte di grano della Cina sono progressivamente aumentate di oltre il 160% tra il 2012 e il 2020.
Le produzioni di grano 2023 per l’Italia
Stando alle stime elaborate a maggio 2023 sulle produzioni italiane di grano, l’anno in corso sembra compensare in parte i cali dell’anno passato, quando la siccità causò perdite produttive intorno al 15-16% su scala nazionale, con alcune punte del -30%.
Per il grano duro si prevede un aumento delle rese del 12%, permettendo di superare i quattro milioni di tonnellate. Otto invece i milioni di tonnellate stimate per il grano tenero. I prezzi del frumento sono però inferiori a quelli spuntati l’anno scorso. Nel 2022, stesso periodo, grano duro e tenero oscillavano rispettivamente intorno ai 550 e ai 400 euro la tonnellata.
Dando uno sguardo al mercato di Bologna per la prima decade di giugno 2023, il pre-raccolta cereali di quest’anno vede quotazioni “franco partenza” deludenti rispetto a quelle spuntate un anno fa. Il frumento duro oscilla fra i 340 e i 350 euro la tonnellata, a patto però di offrire almeno il 13 e mezzo di proteine. Il grano tenero si posiziona invece poco sopra i 280.
Quanto alla paglia, sottoprodotto comunque da non dimenticare nei bilanci aziendali, questa era quotata nel medesimo periodo fra i 155 e i 160 euro la tonnellata, a condizione venisse conferita trinciata e in balloni quadri ad alta densità. Considerando una resa media per ettaro di 3 tonnellate, significa un introito fra i 450 e i 600 euro. Una cifra che appare quindi interessante in termini di contributo alla copertura dei costi.