Mais da trinciato e la difesa dalle malerbe

Pre-emergenza e post-emergenza: come proteggere la coltura dalle erbe infestanti già dalle prime fasi del ciclo colturale

Le semine di mais, da granella o da trinciato, sono ormai completate in buona parte, con i campi seminati che già mostrano la coltura emersa. Fatti salvi gli eventuali geoinsetticidi, posizionati nel solco di semina contro Diabrotica ed Elateridi, sono quindi le malerbe a richiedere le prime cure in campo a difesa degli investimenti sostenuti. Sul mercato sono attualmente disponibili 185 differenti formulati commerciali, alcuni impiegabili in pre-emergenza o in post-precoce, altri in post-emergenza piena, quando cioè il mais si troverà nello stadio compreso, preferibilmente, fra le tre e le cinque foglie. La prima tipologia di prodotti guarda a chi al presente stia ancora seminando, mentre la seconda interessa comunque la maggior parte dei maiscoltori, dal momento che non sempre i pre-emergenza bastano a risolvere il problema delle infestanti e serve quindi un secondo passaggio erbicida in post-emergenza piena. Ancora, non sempre è possibile intervenire in pre-emergenza, dovendo quindi rimandare l’intervento in post-emergenza. Tempistica, questa, che viene comunque preferita a prescindere da alcuni maiscoltori, sebbene la maggioranza di essi tenda ad affidarsi per lo più ai soli diserbi di pre-emergenza.

Per chi sta seminando ora

Molteplici risultano sul mercato le soluzioni di pre-emergenza, applicabili quindi prima della semina o subito dopo di essa. In alternativa, tali prodotti possono essere impiegati anche quando la coltura stia emergendo in campo, prestando massima cura alla tempestività di intervento, pena possibili problemi di fitotossicità in caso di applicazioni tardive. Uno dei vantaggi di tali applicazioni di pre-emergenza o di post-precoce è il cosiddetto effetto richiamo che mostrano le sostanze attive in caso di piogge cadute nelle settimane successive al diserbo, assicurando in tal caso una pulizia prolungata dei campi. Infine, alcune sostanze attive, come per esempio mesotrione e i trichetoni in genere, sono invece applicabili sia in pre- sia in post-emergenza, abbracciando un ampio spettro di dicotiledoni cui si aggiunge Digitaria sanguinalis tra le foglie strette.

In tale segmento tecnico il mercato offre formulati contenenti differenti miscele a due vie, basate su dicotiledonicidi e graminicidi, a garanzia di uno spettro di azione il più ampio possibile:
• Clomazone e mesotrione
• Dimetenami-p e terbutilazina
• Flufenacet e terbutilazina
• Isoxaflutolo e tiencarbazone metile
• Mesotrione e terbutilazina (prevalenza di dicotiledoni)
• Mesotrione ed S-metolaclor
• Pendimetalin e terbutilazina
• Petoxamide e terbutilazina
• Terbutilazina ed S-metolaclor
• Terbutilazina e sulcotrione
• Tiencarbazone metile e tembotrione

Tre soluzioni in un prodotto
Oltre alle sopra indicate miscele a due vie, il mercato offre anche soluzioni a più ampio spettro d’azione, unendo tre sostanze attive fra loro complementari. In tal senso una miscela particolarmente completa quanto a spettro è quella che prevede mesotrione, terbutilazina ed S-metolachlor, acquistabile tal quale oppure componibile miscelando erbicidi contenenti una o più delle sostanze attive menzionate. Analogamente, esiste un’alternativa, sempre a tre vie, che prevede invece clomazone, terbutilazina e mesotrione, anch’essa ad ampio spettro su mono e dicotiledoni.
Nota per la terbutilazina
Sebbene tale sostanza attiva sia stata approvata a livello europeo fino al 31 dicembre 2024, su di essa gravano alcune limitazioni di impiego in termini di dosi massime applicabili come pure di frequenza di utilizzo negli anni. Oltre a non essere più disponibile sul mercato da sola, alla terbutilazina è stata infatti imposta una dose massima per ettaro pari a 850 grammi, limitandone l’impiego a un solo anno su tre. Ciò implicherà scelte di tipo pluriennale per quanto riguarda i programmi di diserbo del mais.
Per il mais già emerso: le soluzioni a due vie…
Anche in caso non sia stato possibile intervenire in pre-emergenza, la pulizia dei campi può comunque essere realizzata a coltura pienamente emersa e nei primi stadi di sviluppo. In tal senso, esistono molteplici soluzioni di post-emergenza a due vie fra cui scegliere, in cui sono abbinate sostanze attive efficaci rispettivamente e prevalentemente su graminacee o dicotiledoni.
• Tritosulfuron e dicamba
• Nicosulfuron e dicamba
• Nicosulfuron e mesotrione
• Nicosulfuron e sulcotrione
… oppure a tre vie
• Rimsulfuron, nicosulfuron e mesotrione
• Rimsulfuron, nicosulfuron e dicamba
• Nicosulfuron, prosulfuron e dicamba
Battitori liberi
Sulcotrione, mesotrione e tembotrione, ovvero la terna di trichetoni, al pari di dicamba, ad azione auxino simile, sono disponibili anche da soli in formulati con cui si possono realizzare miscele estemporanee atte a coprire praticamente tutte le condizioni di campo presenti. Analogamente, sempre per i post-emergenza, anche alcuni graminicidi solfonilureici come foramsulfuron, nicosulfuron e rimsulfuron possono essere addizionati alle miscele pronte a due vie al fine di ampliarne lo spettro. La scelta di comporre miscele complesse dipenderà quindi dalle specifiche popolazioni spontanee presenti nei campi, verificabili visivamente tramite frequenti monitoraggi degli appezzamenti.
Non solo chimica
Il controllo delle infestanti del mais può essere anche espletato integrando i diserbi chimici con interventi meccanici, come sarchiature e rincalzature. Ciò permette di agire sulle infestanti con modalità differenti, riducendo da un lato l’impiego di diserbanti, pur aumentando dall’altro i tempi operativi e i consumi di gasolio. Tale scelta dipenderà quindi dalle specifiche conduzioni tecniche delle singole aziende.