Mais e Piralide: la situazione a inizio agosto

Quella 2024 è stata una stagione anomala anche per quanto riguarda la Piralide del mais (Ostrinia nubilalis). L’ampia finestra in cui sono state effettuate le semine, a causa delle piogge primaverili frequenti e abbondanti, ha infatti generato scenari in cui il mais si presentava in stadi molto diversi di sviluppo. Alcune prime semine sono state per esempio ritardate causa ristagni idrici sino al momento normalmente ideale per le seconde, disallineando ulteriormente gli stadi colturali tra i diversi appezzamenti.

A fronte di tali difformità di sviluppo, anche il controllo della Piralide si è mostrato più complesso, sebbene nell’anno corrente la presenza del parassita non abbia destato particolari preoccupazioni nella gran parte dei casi.

Le aree a maggiore pressione di Piralide

Di norma, le aree maidicole più a rischio sono storicamente quelle a cavallo del Po e lungo gli affluenti del Grande Fiume, dal Piemonte al Veneto. In quest’ultima regione, per esempio, la zona a maggior pressione del parassita è quella sud–occidentale, concentrandosi la Piralide soprattutto nelle province di Rovigo, Padova e Venezia.

 

Piralide del mais

Il Torinese e le province di Brescia, Lodi, Mantova e Cremona presentano anch’esse una pressione di Piralide normalmente medio-elevata. Infine, allontanandosi dalle aree più soggette e andando verso i territori pedecollinari, difficilmente la Piralide crea condizioni in cui un trattamento insetticida divenga necessario.

Meteo sfavorevole al parassita

La suscettibilità del mais agli attacchi di Piralide risulta maggiore a fronte di condizioni di stress della coltura, a partire da quello idrico. Nel 2024, però, la pioggia non è mancata e anche le dotazioni irrigue sono state sufficienti a far fronte alle esigenze colturali anche una volta che le precipitazioni sono terminate. Anche questo fattore ha contribuito a ridurre la pressione dell’insetto, di cui i monitoraggi hanno fornito dati relativamente contenuti nella maggior parte dei territori tradizionalmente vocati a mais.

La situazione a fine luglio e inizio agosto

Stando ai modelli previsionali e ai puntuali monitoraggi in campo, nella terza settimana di giugno si stava ancora sviluppando la prima generazione di Piralide. Verso la fine del mese è poi terminata la fase larvale ed è iniziata la formazione delle prime pupe. Solo a partire da inizio luglio si sono quindi osservati voli di seconda generazione.

A cavallo dei mesi di luglio e agosto le catture di Piralide si sono poi mostrate molto basse nella quasi totalità delle stazioni Limagrain distribuite lungo la Pianura padana. Solo in tre postazioni su 15 sono state infatti riscontrate situazioni di alta pressione con 9 catture settimanali, cioè a Carmagnola e Carignano, in Piemonte, e Gambara in provincia di Brescia. A seguire, i monitoraggi sviluppati a Saluggia, nel Vercellese, hanno mostrato infestazioni medio-alte con 7 catture settimanali.

Fra le 4 e le 5 catture (pressione medio-bassa) sono state riscontrate invece a Montichiari (BS), con 5, mentre a Vische e Caluso, entrambe nel Torinese, si sono fermate a 4. Molto bassa la presenza dell’insetto in altri tre punti di monitoraggio: Vigone (TO) e Corzano (BS) con 3 catture; Tamagnone (TO) con 2 catture.

Infine, una sola cattura è stata riscontrata a Cortemaggiore (PC), Stagno Lombardo (CR), Castel Goffredo (MN), Livorno Ferraris (VC) e Merlino (TO).

Azzerate invece le catture nelle sette postazioni disposte fra l’estrema punta sud-orientale della provincia di Mantova e il Mar Adriatico. Zero catture anche in altri tre punti di rilevamento posizionati in provincia di Bergamo, Lodi e Milano.

L’importanza delle corrette tempistiche di intervento

La convenienza di effettuare trattamento insetticida deve essere valutata anno dopo anno, tenendo conto dell’andamento climatico, delle catture dell’insetto e degli indirizzi d’uso del mais stesso. Per esempio, il mais a uso energetico quasi mai giustifica un trattamento insetticida, mentre nel mais da granella, che sia a uso zootecnico o umano, si valorizza al meglio l’intervento in campo. Oltre alla riduzione dei danni diretti da parte dell’insetto, infatti, è necessario minimizzare la presenza di micotossine nella granella.

In tal senso, un trattamento insetticida eseguito nel momento e con i prodotti ottimali può innalzare significativamente la produttività in oltre la metà dei casi, quelli a pressione più elevata. Inoltre, l’applicazione di insetticidi migliora la qualità intrinseca del prodotto in termini di micotossine.