I colleghi francesi di Limagrain Europe durante gli ultimi due anni, hanno condottouno studio per comprendere come e quanto la velocità di semina possa influire sulle performances produttive del mais. In termini generali, la velocità di semina dipende principalmente dalla tipologia di elemento seminante.
Nel caso di una seminatrice a falcioni la velocità ottimale varia da 5 a 6 km/hmentre per una seminatrice a dischi la velocità può essere spinta fino a 7/7,5 km/h.
Va ricordato che i modelli più recenti di molte aziende produttrici di seminatrici consentirebbero velocità anche superiori (caduta del seme, risposta dell’elemento alle asperità del suolo, chiusura del solco…), tuttavia il parco macchine italiano sembra essere poco “aggiornato” e quindi consigliamo di rispettare le velocità indicate.
Un aumento di velocità influisce negativamente sulla semina perchè viene ad essere compromessa la regolarità di distribuzione. Le fallanze (salti) portano inevitabilmente a sfruttare in maniera non ottimale tutta la superficie e al contrario semi troppo ravvicinati (doppi) mettono le piante in condizioni di stress, dovendo competere in spazi ristretti e ravvicinati per le stesse risorse (acqua, elementi nutritivi, luce..). Molto spesso può accadere che una pianta possa prendere il sopravvento su quella vicina, diminuendo così l’investimento finale in termini di piante/ metro quadro.
Passare da 6 a 9 km/h può generare una perdita da 1.000 a 4.000 semi/ha (con investimenti medi iniziali pari a 90.000 semi/ha) e accelerare fino a 12 km/h può portare ad una perdita fino a 10.000 piante/ha (oltre un 10% in meno di densità ottimale)
Se pensiamo al numero di semi deposti per ogni secondo significa che con una distanza tra i semi pari a 18 cm (caso tipico di un’interfila a 0,75) a 4 km/h si distribuiscono 6,2 semi/secondo, a 6 km/h si distribuiscono 9,3 semi al secondo.
Anche la manutenzione della seminatrice gioca un ruolo importante, così che ad esempio aumentare la velocità di semina con una seminatrice con il falcione usurato può portare a cali produttivi anche del 22%. I due grafici mostrano i risultati di prove condotte in due località francesi con seminatrici con falcione nuovo e consumato, in relazione a diverse velocità di avanzamento. Il calo nella produzione (trinciato nel caso dello studio francese) è particolarmente significativo, incredibilmente alto se si pensa poi al costo esiguo che si deve sostenere per la sostituzione dei falcioni.