Olio di colza: prezzi e trend di mercato
Le oleaginose crescono in valore a livello globale, con il colza che si evidenzia quale coltura ideale nei piani rotazionali anche dal punto di vista della differenziazione del rischio di impresa
Il ruolo delle colture oleaginose sta divenendo sempre più strategico nei piani agricoli e agroalimentari mondiali, grazie alla crescente domanda di materie grasse. Fra queste, si mostra in crescita il valore dell’olio di colza, coltura che trova crescenti interessi anche dal punto di vista rotazionale, apportando molteplici benefici al terreno. Inoltre, le oleaginose come il colza rappresentano una interessante opportunità per differenziare la propria offerta verso il mercato, mitigando in tal modo il rischio di impresa. Questo è infatti massimo quando l’azienda sia prevalentemente monocolturale, o che presenti rotazioni minime.
Quanto olio produce un ettaro di colza
Stando ai valori medi reperibili in bibliografia, da un ettaro di colza si possono ottenere circa 40 quintali di semi. Questi contengono a loro volta olio in ragione del 45%. Dati ovviamente variabili in funzione dell’annata, delle pratiche nutrizionali e fitosanitarie adottate e, soprattutto, dalla varietà prescelta.
Tradotto in olio per ettaro, il colza può fornire circa 18 quintali di olio. Un prodotto particolarmente appetito dalle industrie alimentari grazie alla sua composizione alquanto favorevole anche dal punto di vista salutistico. L’olio di colza contiene infatti solo il 6,3% di grassi saturi contro il 61,5% di grassi monoinsaturi. Fra questi, quasi il 56% è rappresentato da acido oleico. La rimanente parte dell’olio, circa un terzo, è rappresentato da grassi polinsaturi, di cui il 20,5% è rappresentato dall’acido linoleico e il 9% dall’acido alfa-linolenico.
Tale profilo risulta funzionale a molteplici processi di trasformazione, vedendo peraltro l’olio di colza utilizzato spesso direttamente nelle domestiche pratiche di frittura.
Trend del valore globale dell’olio di colza
Stando al rapporto del 3 ottobre 2023 di ResearchAndMarkets.com (Rapeseed Oil Global Market Report 2023) il mercato globale dell’olio di colza dovrebbe tendere al rialzo fra il 2023 e il 2027. Dai 23,5 miliardi di dollari registrati a fine 2022 si è infatti già saliti ai 25 miliardi segnati nel 2023, mantenendo un tasso di crescita annuale composto del 6,7%.
Gli analisti prevedono inoltre che il mercato dell’olio di colza raggiungerà i 31 miliardi e mezzo di dollari entro il 2027. Un volume per raggiungere il quale la crescita annua dovrebbe mantenere un tasso del +5,9%. Tale aumento di valore è rappresentato sia dagli attesi aumenti di produzioni a livello mondiale, sia dai prezzi in crescita. Questa si è però ormai stabilizzata dopo l’impennata delle quotazioni della primavera 2022.
Prezzi dell’olio di colza negli ultimi dieci anni
Analizzando in primis i dati dell’ultimo quinquennio, il meno stabile quanto a quotazioni, si deve partire dai 373 €/ton registrati nel 12 novembre 2018. A partire da tale data il prezzo dell’olio di colza sui mercati internazionali è poi salito ai 421 €/ton del 6 gennaio 2019, proseguendo con alti e bassi, ma con un trend al rialzo, fino ai 601 €/ton del 26 aprile 2021. Questo fu generato da una molteplicità di fattori, a partire dalla disponibilità di stock mondiali e dalla loro collocazione internazionale. Due fattori che generarono un aumento della domanda e, di conseguenza, dei prezzi.
La successiva discesa ai 488 al 14 giugno 2021 aveva poi allarmato i mercati, salvo assistere a una successiva crescita pressoché continua delle quotazioni fino agli 828 €/ton del 3 gennaio 2022. Tale andamento venne in buona parte influenzato dai timori che le truppe russe ammassate lungo i confini ucraini potessero dare vita all’invasione da un giorno con l’altro. Fatto che per alcune settimane non si verificò, tranquillizzando temporaneamente gli scambi. Ciò fece ridiscendere i prezzi fino ai 691 €/ton del 7 febbraio 2022.
Una tranquillità illusoria, come presto si vide, poiché venne interrotta proprio dalla paventata invasione militare di un Paese, l’Ucraina, forte produttore di girasole e di olio da esso derivato. L’inizio del conflitto innescò quindi una veloce scalata dei prezzi delle oleaginose in genere, incluso l’olio di colza la cui quotazione salì velocemente fino al picco massimo mai registrato negli ultimi cinque anni, ovvero 1.081 €/ton. Picco verificatosi il 19 aprile 2022.
Ritorno delle quotazioni a livelli ante-guerra
Di fatto, nei mesi successivi le influenze belliche sugli scambi globali di materie oleose risultarono sempre meno destabilizzanti, inducendo quindi un calo continuo delle quotazioni dell’olio di colza fino al 12 settembre 2022, quando si contabilizzarono solo 577 €/ton. Record battuto poi al ribasso al 23 ottobre 2023, con il minimo degli ultimi cinque anni, pari a 403 €/ton. Una quotazione che risulta appunto la più bassa se si esclude il Tempo Zero del quinquennio partito il 12 novembre 2018, con i citati 373 €/ton.
Quest’ultimo era però in linea con la forbice di quotazioni del quinquennio precedente, iniziato con i 429 €/ton dell11 novembre 2013 e oscillato quasi regolarmente fra massimi intorno ai 420 €/ton e ricadute dei prezzi mai comunque inferiori a 315 €/ton.
A meno di eventi di proporzioni globali, al momento non prevedibili, le quotazioni dell’olio di colza dovrebbero rimanere in lenta crescita per i prossimi 2-3 anni, grazie a una domanda in aumento che a sua volta potrebbe essere guardata positivamente dal comparto agricolo. Questo, infatti, ha oggi davanti a sé interessanti opportunità di reddito, prodotte proprio da tale ipotizzato incremento.