Peronospora del girasole: piante tolleranti e cure agronomiche

La difesa del girasole: contro la peronospora servono ibridi tolleranti e rotazioni colturali. Considerare la concia dei semi e trattamenti fungicidi solo in caso di necessità

Gli Oomiceti sono funghi che attaccano una molteplicità di colture, dalla vite al pomodoro, dalle insalate alle patate, sino alle cucurbitacee e perfino al girasole. Le loro infezioni provocano marciumi diffusi che tendono ad aggravarsi nel tempo grazie alle numerose infezioni secondarie che il patogeno è in grado di generare. Proliferazioni, queste, che si avvantaggiano di temperature miti, sopra ai 10°C, e di elevati tassi di umidità.

La peronospora del girasole

Anche il girasole può patire degli attacchi della propria specifica peronospora, il cui nome scientifico è Plasmopara halstedii.  Originaria del Nord America, la malattia si è diffusa pressoché in tutte le aree di coltivazione del girasole, incluse quelle europee. In Italia fu segnalata la prima volta in Friuli nel 1949, giunta probabilmente dal ricorso a semente infetta importata.

Gli attacchi precoci di peronospora possono compromettere lo sviluppo delle piante, mentre proseguendo durante il ciclo mettono a rischio la produzione dei semi. Nei casi più gravi le calatidi possono risultare quasi completamente sterili.

L’infezione da Peronospora parte principalmente dal terreno, ed hanno importanza elevata nel contribuirne la diffusione i residui colturali di piante colpite dalla malattia, lasciati in campo dopo la raccolta o le piante selvatiche che nascono nei campi.

 

Peronospora del girasole

La prevenzione della peronospora del girasole

Normalmente favorita dalle piogge che ne diffondono le spore, la peronospora può essere però efficacemente contrastata seminando ibridi geneticamente tolleranti alla malattia. Sempre consigliabili appaiono poi le rotazioni colturali, mentre eventuali trattamenti fitosanitari, comunque possibili, sono consigliabili in caso non si disponesse di tali genetiche.

In tal senso, la rotazione frumento-girasole si presta ottimamente, prestando attenzione alle pratiche di semina su sodo. In tal caso, infatti, l’assenza di arature e di altre lavorazioni meccaniche lascia in superficie i residui colturali, possibili fonti di infezione.

Dal punto di vista tecnico è inoltre consigliabile verificare sempre l’origine della semente, scegliendo solo quella debitamente certificata come sana e tollerante. Ciò a garanzia della sanità dei semi sin dal principio del ciclo colturale.

Tipi di girasoli resistenti

La selezione di genetiche moderne ha permesso di sviluppare nel tempo degli ibridi capaci di tollerare la presenza di peronospora. Una serie di meccanismi endogeni di difesa permette infatti alla coltura di contrastare la diffusione delle infezioni. La malattia incontra cioè maggiori difficoltà a colonizzare i tessuti vegetali.

La tolleranza genetica difende la pianta durante tutta la stagione; quindi, non solo difende la pianta dall’infezione principale che avviene sulle piantine a primavera, ma anche dalle infezioni secondarie negli stadi di sviluppo successivi.

Nella gamma girasoli di Limagrain Italia tutti gli ibridi disponibili risultano molto tolleranti alle differenti razze di peronospora presenti in Italia, con alcune varietà tolleranti a tutte quelle note. Ciò consente di portare a termine con successo il ciclo colturale senza essere costretti ad adottare strategie di difesa fitosanitaria.

I trattamenti per prevenire o debellare la peronospora

In caso però le genetiche prescelte non risultassero tolleranti alla peronospora, l’uso di agrofarmaci permette di controllare il patogeno, proteggendo la coltura in diverse fasi di sviluppo. La concia dei semi è la prima opportunità di difesa, contando in Italia su tre differenti fungicidi ad azione antiperonosporica, come ad esempio il nuovo Oxathiapiprolin.

La pratica della concia è peraltro obbligatoria in caso di sementi provenienti da Paesi extra Ue. La Dir. 2000/29/CE precisa inoltre che le sementi di girasole di origine comunitaria devono provenire da zone notoriamente indenni dal patogeno. In caso contrario devono anch’esse essere sottoposte a concia. A ciò fanno eccezione le sementi da varietà resistenti a tutte le razze di Plasmopara halstedii presenti nella zona di produzione.

Quando servono i trattamenti in campo

In caso però di elevate pressioni del patogeno, o quando gli ibridi non siano tolleranti alla malattia, possono risultare necessari trattamenti fungicidi specifici. In tal senso, su girasole sono autorizzati in Italia solo quattro formulati liquidi contenente rame, ammessi anche in biologico. La loro composizione è identica, offrendo in tutti i casi una miscela di idrossido e di ossicloruro di rame, entrambi presenti in ragione del 10%.

Quanto a tempistiche di intervento, le applicazioni devono iniziare quando si sviluppino le condizioni termiche e di umidità favorevoli alla peronospora. I fungicidi rameici vanno impiegati a dosi comprese fra 350 e 600 ml/hl a intervalli di 7-15 giorni.