Coltivazione della soia: prezzi e superfici seminate in Italia
Record di semine della soia nel 2022, ma rese in calo per la siccità. Una sintesi degli andamenti delle quotazioni mondiali, delle superfici coltivate in Italia e delle produzioni
La soia è una delle colture più importanti per l’impostazione delle rotazioni agronomiche più razionali, per lo meno nelle regioni del Nord Italia. La sua alternanza con il mais e con i cereali a paglia è infatti una delle soluzioni più vantaggiose, sia in termini di redditività complessiva sul lungo periodo, sia per gestire al meglio i terreni e il problema delle resistenze agli erbicidi.
Nel 2023 c’è inoltre una novità per la soia: stando alla Pac 2023-2027, la coltura è stata inserita fra quelle da rinnovo. Notizia di estremo interesse, per diversi motivi:
• L’eco-schema 4 assegna un contributo di 110 euro/ha a chi imposti un avvicendamento che sia almeno biennale tra colture leguminose, foraggere e da rinnovo.
• Sulle colture leguminose e foraggere non è consentito l’uso di agrofarmaci.
• Sulle colture da rinnovo è invece consentito l’impiego di prodotti fitosanitari, sebbene ciò debba avvenire esclusivamente nel contesto della difesa integrata, inclusiva di erbicidi, o biologica, avulsa da erbicidi.
Grazie quindi al Decreto attuativo della Pac 2023-2027, l’inserimento della soia tra le colture da rinnovo consentirà su questa coltura l’impiego di diserbanti, accedendo comunque al contributo. Ciò potrebbe influire sulle superfici seminate nel 2023, al momento ancora incerte causa siccità 2022 che si teme si ripeta anche nell’anno in corso.
Nei prossimi paragrafi, una sintesi dei trend delle semine in Italia dal 2006 al 2022 e delle produzioni in tonnellate. A seguire, l’andamento delle quotazioni globali degli ultimi 15 anni e i prezzi attuali della soia sui mercati italiani.
Quanta soia si coltiva in Italia
Secondo Istat, la superficie totale a soia in Italia si sarebbe attestata nel 2022 intorno ai 342mila ettari. L’anno appena trascorso ha infatti segnato un aumento del 20% rispetto al 2021, che si è fermato a 285mila. Analizzando un lasso temporale maggiore (Fig. sotto), a partire dal 2006, le superfici italiane a soia hanno mostrato notevoli fluttuazioni annue. Il minimo delle superfici venne toccato nel 2008, con soli 107.795 ettari, perdendo circa 70mila ettari rispetto al 2006. Da lì una crescita che, seppur altalenante, ha portato a superare i 300mila ettari nel 2015, nel 2017, nel 2018 e nel 2022, anno record degli ultimi 15 anni.
Dove si coltiva la soia in Italia
Il Nordest del Belpaese continua a guidare la classifica nazionale, con 268mila ettari, pari al 78% del totale. Il solo Veneto ne ha coltivati 146mila ettari, seguito dal Friuli Venezia Giulia con circa 80mila.
La produzione di soia in Italia
Nel 2022 la produzione di soia italiana si è attestata sulle 905.699 tonnellate, superando il raccolto del 2021 che si era fermato a 886.566. La stagione siccitosa ha però limitato le rese per ettaro, fermando le produzioni del 2022 al di sotto di quelle della soglia del milione di tonnellate. Sebbene negli anni precedenti vi fossero meno ettari coltivati rispetto all’anno appena trascorso, nel 2020 si raccolsero infatti 965.439 tonnellate. Una serie di risultati superiori al milione di tonnellate si è poi avuta nel 2019 (1.001.154), 2018 (anno record con 1.138.993), 2017 (1.019.781), 2016 (1.081.340) e 2015 (1.116982).
Andamento del mercato mondiale degli oli vegetali: 2006-2021
Fatto pari a cento l’indice dei prezzi degli oli vegetali, elaborato dalla Fao per il triennio 2014-2016, si notano oscillazioni profonde nel tempo. Se vent’anni fa l’indice dei prezzi si posizionava intorno al 70% del periodo di riferimento, un’impennata delle quotazioni fece salire la soia fino al 170% verso la fine del 2007. Prezzi che rimasero poi costanti anche nella prima metà del 2008. A ciò concorse la grave crisi finanziaria originatasi in America, la quale si ripercosse anche sui mercati di commodities agricole causando una rincorsa della domanda mondiale.
A questa temporanea impennata seguì un altrettanto veloce calo, portando gli indici a cavallo del 90% nel corso del 2009. Anno, questo, in cui però riprese la corsa dei prezzi che culminò ancora oltre il 170% dell’indice di riferimento nel novembre 2010. Dopodiché seguì un decennio in cui l’indice si mostrò altalenante, seppur in calo tendenziale, portandosi intorno all’80% nel marzo 2020. Infine, l’arrivo della pandemia da Covid-19 influenzò pesantemente i mercati, inducendo una veloce crescita dell’indice che per la terza volta sfondò il tetto del 170%.
Andamento del mercato mondiale della soia: 2006-2021
Pur avendo la soia molteplici utilizzi, oltre a quello per la produzione di olio, le sue quotazioni hanno tendenzialmente seguito quelle del mercato oleario globale. Nel 2006 era infatti quotata intorno ai 220 euro alla tonnellata, sfiorando poi i 400 euro nel 2008. L’anno successivo le quotazioni si calmierarono fino a un prezzo di 337 euro alla tonnellata, cui seguì una lenta risalita che culminò nel 2013 con 473 euro.
Ciò fino al 2019, il cui prezzo di 339 euro venne generato dopo sei anni di calo tendenziale. Ancora, la pandemia spinse in alto i prezzi, fino al valore di 695 euro alla tonnellata nel maggio 2021.
Le quotazioni attuali della soia in Italia
Stando alle quotazioni della Borsa merci di Bologna, al 16 marzo 2023 la soia veniva quotata, franco partenza, fra i 540 e i 545 euro alla tonnellata. Le previsioni pare però che disegnino scenari al rialzo, con l’elvetica Ubs, il più grande gestore di fondi d’investimento al mondo, che ipotizza prezzi globali fino a 588 dollari americani alla tonnellata. Al cambio attuale corrisponde a 625 euro. Un’ipotesi che se si rivelasse vera, potrebbe riservare interessanti ritorni anche per gli agricoltori italiani.