Quest’anno l’offerta mondiale di mais sarà decisamente elevata: giusto per dare due numeri l’Igc (l’International grains council) prevede per questo cereale un raccolto mondiale di 963 milioni di tonnellate, il secondo miglior risultato storico dopo il record della campagna 2013-2014 (972 milioni).
Si prevede che la domanda mondiale rimarrà sostenuta ma le scorte di mais mondiali sono indicate in ulteriore espansione per il quarto anno consecutivo (a fine giugno 2015 la stima è di 180 milioni di tonnellate,
massimo +8% rispetto agli stock di inizio campagna).
Questo motivo è alla base dei prezzi tendenzialmente bassi del mais (attualmente in Italia la quotazione è attorno a 193/197 euro/t Ager Borsa Merci 31-07-2014) e le previsioni produttive, complice anche l’estate decisamente favorevole dal punto di vista meteorologico almeno in Italia, sono decisamente elevate.
Principalmente per i suddetti motivi la Commissione Europea ha preso una decisione che ha lasciato abbastanza sbalorditi gli addetti ai lavori annunciando l’introduzione di un dazio all’importazione di mais e altri cereali destinati agli impieghi foraggeri, fissando un prelievo di 5,32 euro/t. La lista dei cereali soggetti al pagamento del tributo doganale, che oltre al mais include sorgo e segale, finora esenti da dazio, riguarda prodotti che non godono di altri sostegni Ue sotto forma, ad esempio, di restituzioni all’esportazione.
Questo sistema di protezione per il mais comunitario è legato anche al fatto che nelle ultime tre campagne commerciali l’import di mais da paesi terzi è passato da 6,1 milioni di tonnellate del 2011-2012 a 14,5 milioni dell’ultima annata. Un bel + 137% in un triennio durante il quale l’import dall’Ucraina è triplicato (circa 7 milioni di tonnellate nel 2013 contro 2 milioni e mezzo del 2011) e quello dal Brasile è raddoppiato. Forse 5,32 euro/t possono sembrare poca cosa, ma in pratica la misura dovrebbe moderare l’import nel 2014-2015 portandolo sotto ai 13 milioni di tonnellate. Difficile dire se l’azione avrà effetto anche sui prezzi di mercato del mais, per i quali gli analisti prevedono una certa stabilità.
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