Stock mondiali di grano: prezzi, volumi e previsioni 2023
Cina primo Paese al mondo con il 50% delle scorte globali di frumento. Previsti dalla FAO cali nelle produzioni mondiali 2022 e negli stock 2023
La corsa agli stock di frumento è iniziata ben prima che iniziasse il conflitto in Ucraina, con la Cina che ha rastrellato grano a livello mondiale1. Degli oltre 280 milioni di tonnellate stoccati globalmente nel 2021, Pechino ne ha collezionato più di 142 milioni. In altre parole, nel 2021 oltre il 50% degli stock mondiali di grano risultava concentrato in mani cinesi.
Le altre quattro nazioni che compongono la top five in tal senso sono, nell’ordine, India, Stati Uniti, Russia e Unione europea. New Delhi possedeva 25 milioni e 400mila tonnellate (9%) contro i 17 milioni e 800mila degli Usa (6,3%). La Russia ne deteneva poco più di 13 milioni di tonnellate (4,6%) e infine chiudeva la top five la Ue con poco più di 9 milioni e mezzo (3,4%).
In sostanza, la Cina è riuscita a concentrare nelle proprie mani quasi il doppio degli stock mondiali di frumento della somma delle altre quattro nazioni che la seguono: 65 milioni e 800mila tonnellate contro 142 milioni e 170mila. Tale forbice, però, aveva iniziato ad ampliarsi dal 2012, toccando il massimo storico nel 2019. Chiaro indice delle politiche agroalimentari cinesi dell’ultimo decennio.
Aumento dei prezzi del grano duro
La tendenza all’accumulo mostrata dalla Cina è una delle principali variabili alla base dell’aumento dei prezzi del grano degli ultimi anni. Prezzi che hanno però mostrato un’accelerazione nei mesi precedenti al conflitto Russo-Ucraino.
Dal luglio 2021 i prezzi del grano duro1 sono infatti cresciuti velocemente, sia per quanto riguarda il prodotto italiano, sia canadese. Il primo è salito dai circa 300 €/ton dell’estate 2021 verso i 560 €/ton registratisi a novembre, flettendo poi sui 500 €/ton del luglio 2022. Il secondo è invece passato dai circa 230 €/ton di luglio-agosto 2021 ai massimi intorno ai 500 €/ton di dicembre (prezzi locali canadesi). Prezzi che sono poi scesi nuovamente verso i 400 €/ton nel luglio 2022.
Aumento dei prezzi del grano tenero
Anche il grano tenero ha mostrato incrementi nei prezzi, ma concentrati soprattutto tra febbraio e maggio 2022, condizionati quindi dalla guerra in Ucraina. Questo poiché sia la Russia, sia l’Ucraina sono forti produttori ed esportatori di grano tenero. I prezzi sono quindi saliti lentamente dal luglio 2021 fino a gennaio 2022, salvo impennarsi a febbraio.
Le tensioni sui mercati del grano tenero erano però palpabili anche prima. Per esempio, il grano tenero italiano è salito da 230 a 380 €/ton fra luglio 2021 e novembre 2021. È poi rimasto stabile fino a gennaio 2022, salvo salire oltre i 400 €/ton a febbraio 2022. Analoga tendenza il grano tenero americano, quotato su prezzi inferiori a quello italiano sino a febbraio, superandone poi le quotazioni a maggio 2022 con prezzi massimi a ridosso dei 550 €/ton.
Previsioni FAO sulle produzioni di grano per il 2022
Grandi sono quindi le attese per i raccolti del 2022, con la FAO che ha però rivisto al ribasso le stime di produzione dei cereali. Stando infatti al Bollettino pubblicato il 10 ottobre 2022, la produzione mondiale dell’anno corrente si dovrebbe attestare sui 2.768 milioni di tonnellate: -1,7% rispetto al 2021.
Questo ridimensionamento, secondo la FAO, è dovuto soprattutto alla siccità che ha compromesso i raccolti in ampie porzioni del Pianeta, inclusa la Cina. Inoltre, a erodere le rese cerealicole hanno contribuito anche le alluvioni occorse in Pakistan.
In ragione di ciò l’Organizzazione delle Nazioni Unite stima nel 2023 un ridimensionamento delle scorte mondiali dei cereali intorno al -1,6% rispetto l’inizio del 2022. Ciò influirà anche sugli scambi commerciali mondiali, stimati in riduzione del 2,4%. Guerra in Ucraina e rafforzamento del dollaro Usa le prime due cause del fenomeno.
- Elaborazioni VSafe, spinoff dell’Università del Sacro Cuore di Piacenza