Stock mondiali di SOIA nel 2022 tra Cina, Brasile e Argentina

Previsioni dei raccolti in aumento per Usa, Brasile e Argentina. Cali del 7% in Europa e del 25% in Italia. Stock mondiali di soia sempre più in mano alla Cina

 

A fine settembre la soia nazionale veniva quotata alla borsa di Milano in ragione di 61,5-62 euro al quintale. Quella americana poco più, intorno ai 65. Ora però sembra che gli scenari stiano cambiando. Stando infatti al sito americano Trading Economics, i futures sulla soia di Chicago a metà ottobre mostravano un valore di 13,7 dollari al “bushel”. Ovvero 51 euro al quintale (cambio al 20 di ottobre 2022). Giusto per informazione, 1 bushel di soia è infatti pari a 27,216 kg.

Non una quotazione di eccellenza, questa, poiché prossima al minimo toccato negli ultimi due mesi, al 6 di ottobre, ovvero 50 euro e spiccioli. A tenere i prezzi su questi livelli sono state le progressioni registratesi nei raccolti americani rispetto alle previsioni di settembre. Queste davano infatti i raccolti americani in calo del 3% rispetto al 2021. Le nuove stime di ottobre indicano invece un aumento dell’offerta, raffreddando quindi il controvalore.

Produzioni in Brasile e Argentina

Il summenzionato trend produttivo pare confermato anche dagli aumenti nei raccolti di Paesi tipicamente vocati alla soia come Brasile e Argentina. Ciò stando al rapporto World Supply and Demand Estimate dell’USDA, il Dipartimento americano all’agricoltura. Secondo gli analisti tale aumento comporterà un calo delle esportazioni di soia americana a ridosso degli 11 milioni di tonnellate.

Gli stock mondiali di soia: domina la Cina

A tenere alta la domanda mondiale di semi di soia è soprattutto la Cina: già a fine 2021 l’ex Celeste impero deteneva i maggiori stock di soia con oltre 33 milioni di tonnellate. A seguire Brasile e Argentina con poco più di 21 milioni di tonnellate a testa, poi gli Usa, con poco meno di otto. Infine l’Ue con solo 1,2 milioni di tonnellate. Non a caso l’Europa è da sempre importatrice netta di soia.

Evidente appare quindi lo squilibrio quanto a disponibilità di soia per un continente come l’Europa, altamente vocato alla zootecnia. Rispetto alla Cina la Ue può infatti contare su stock 27 volte inferiori a quelle di Pechino.

Produzioni di soia in Europa e in Italia

Purtroppo, la dipendenza europea e italiana per la soia pare destinata ad acuirsi nel medio periodo. In controtendenza rispetto alle principali aree produttive d’Oltreoceano, i raccolti di soia in Europa e in Italia vengono infatti stimati in calo. Questo dovrebbe attestarsi sul -7% per la Ue, toccando addirittura il -25% per l’Italia. L’annata siccitosa ha infatti colpito duramente le rese nazionali, inasprendo la già forte dipendenza dall’estero del Belpaese.
Se la quota europea negli stock mondiali era già bassa a fine 2021, è quindi possibile che diminuisca ancora, a meno di forzare le importazioni per mantenerla invariata. Uno scenario previsionale che potrebbe cioè consigliare un aumento delle superfici coltivate a soia nel 2023. Sperando ovviamente che non si ripeta la siccità che ha falcidiato i raccolti nel 2022.

Gli effetti dei raccolti 2022 sui prezzi della soia in Italia

All’11 di ottobre, sempre alla Borsa di Milano, la soia nazionale veniva scambiata da un minimo di 61 a un massimo di 61,5 euro al quintale, recuperando leggermente la settimana successiva sul prezzo minimo, salito a 61,3 euro. Immutato il prezzo massimo, a 61,5 euro alla tonnellata.
La stagione è ormai alle ultime battute, con le mietitrebbia che stanno raccogliendo gli ultimi campi. L’autunno definirà meglio gli scenari nazionali, europei e mondiali, permettendo scelte imprenditoriali più accorte in vista delle semine dell’anno venturo.