Taglio maggengo e trinciatura cereali: pronti per le seconde semine
Gli anticipi termici di stagione permetteranno di effettuare precocemente i primi sfalci di foraggere, come pure di trinciare orzo e triticale in ottica seconde semine
Con la primavera iniziano le raccolte di nuovi foraggi per l’alimentazione del bestiame o per la produzione di biogas. Due i fronti di lavoro: il primo prevede la trinciatura di cereali autunno-vernini come orzo e triticale, da raccogliere a maturazione lattea; il secondo riguarda il primo sfalcio, detto anche maggengo, delle foraggere più tradizionali come per esempio l’erba medica. Di norma, a patto di seguire un razionale piano di rotazione colturale, le superfici aziendali presentano entrambe le situazioni, permettendo in tal modo di raccogliere precocemente foraggi di nuova produzione e dalle caratteristiche gestionali e nutrizionali differenti.
Nel caso specifico della stagione in corso, l’anticipo termico registrato nei primi mesi del 2024 promette di accorciare i tempi di entrambe le pratiche, favorendo sia il numero potenziale di sfalci delle foraggere, sia le eventuali seconde semine, con mais o soia, dopo la trinciatura dei cereali. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle frequenti piogge del periodo: se da un lato esse favoriscono lo sviluppo delle colture, dall’altro rendono più alte le probabilità di dover rimandare sfalci e trinciature a causa proprio della bagnatura delle colture stesse, nonché del terreno su cui lavorare.
I vantaggi dell’erba medica
L’erba medica viene coltivata per produrre diverse tipologie di alimenti zootecnici. Può essere infatti somministrata direttamente come fieno, ma anche in forma di insilato. Le razioni possono inoltre essere arricchite con erba medica disidratata, reperibile in balloni oppure pellettata. Ottima soluzione, quest’ultima, poiché minimizza i volumi di stoccaggio e permette di somministrare alimenti ad alta densità nutrizionale con il minimo delle polveri.
La disidratazione, iniziata in campo tramite le più opportune falcia-condizionatrici a rulli, prosegue poi nei centri aziendali ove l’erba medica viene sottoposta a temperature levate fino al raggiungimento del 10% circa di umidità. Ciò permette di conservarne le proprietà nutritive, soprattutto in termini di proteine, vitamine e profilo lipidico.
Dei 5-6 sfalci annui di erba medica quello maggengo è di solito meno produttivo di quelli successivi, contribuendo però anch’esso a rese complessive che nei casi migliori possono superare le 40 tonnellate per ettaro. Dedicare una quota delle superfici aziendali alla coltivazione di erba medica permette inoltre di migliorare la fertilità del terreno, aprendo anche la strada ai contributi previsti dalle specifiche misure della Pac.
Orzo e triticale: trinciare presto per seminare ancora
Orzo e triticale si prestano anche a rotazioni corte con altre colture di seconda semina, come mais o soia. Questi cereali autunno-vernini possono essere infatti raccolti a partire dalla prima settimana di maggio, per le varietà più precoci come ATLANTE, fino a inizio giugno, con l’orzo che anticipa solitamente il triticale di una decina di giorni. Molto produttivi, gli orzi da trinciato possono superare le 60 tonnellate ad ettaro (28% S.S.), potendo essere impiegati con successo sia nell’alimentazione del bestiame, sia in quella dei digestori per la produzione di biogas.
Dopo la loro raccolta diviene quindi possibile seminare mais o soia, prediligendo ibridi e varietà a ciclo medio-precoce, tale per cui la raccolta cadrà vicina a quella delle prime semine effettuate con ibridi e varietà medio-tardive. Ove le condizioni di campo lo permettano, si potranno ulteriormente accorciare i tempi lavorativi adottando pratiche di minime lavorazioni o di semina su sodo, anch’esse particolarmente favorite anche in termini di contributi Pac.
Al termine della stagione il terreno risulterà quindi coperto per la maggior parte del tempo, migliorando la resilienza del suolo ai fenomeni erosivi. Inoltre, tenderà anche a salire la percentuale di sostanza organica, incontrando i nuovi indirizzi delineati dal crescente interesse per l’agricoltura rigenerativa.