Come ridurre l’impatto dei rischi durante la stagione del mais

Come valutare i rischi della coltura del mais?

Durante il periodo di coltivazione il mais è esposto a rischi biotici e abiotici che possono arrivare a compromettere la produttività fino ad annullare la redditività. Per valutare correttamente i rischi e quanto possono impattare sul reddito finale della coltura del mais bisogna partire da un’analisi di almeno cinque anni. Ci sono tre momenti fondamentali: il primo dalla semina all’emergenza, il secondo è quello a cavallo della fioritura e il terzo va dalla fase di riempimento al pre-raccolta.

 

Rischi alla semina

Al momento della semina le problematiche che più possono impattare sono molto legate alla condizione del letto di semina e all’epoca di semina, direttamente influenzato all’andamento climatico. Mancata o ridotta germinazione a causa della bassa temperatura del suolo soprattutto in primavere molto piovose, può avere un impatto molto importante sull’investimento/numero di piante finali. Sotto le 5 piante al metro quadrato è, in ogni caso e con ogni tipologia di ibrido, impossibile recuperare tutto il potenziale produttivo: di conseguenza si perderanno quintali ad ettaro.

Quali soluzioni possono attenuare i danni?

Se negli ultimi anni questo problema si è verificato per più di 2 volte, costringendo addirittura alla risemina, è consigliato ritardare di almeno 2 settimane la data di semina o in alternativa verificare la preparazione del letto di semina e la profondità di semina. La scelta del giusto prodotto può migliorare molto il risultato finale. Ibridi più pronti alla germinazione, predisposti per essere uniformi ed omogenei dal rigonfiamento del seme fino al primo sviluppo possono migliorare il risultato finale grazie ad un numero di piante superiore e meglio distribuito sulla superficie del terreno. LG ha messo a punto una linea di prodotti con queste caratteristiche: PLATINUM.

Rischi alla fioritura

Le ultime annate hanno evidenziato il ripetersi di situazioni di stress idrico e termico tra la seconda metà di giugno e la prima metà di luglio. Questo stress obbliga la pianta del mais a mettere in atto tutte quelle misure orientate a preservare la sopravvivenza della pianta. La riduzione della attività fotosintetica (e quindi produttiva) della pianta ne è la prima conseguenza.

Quali soluzioni si possono valutare.

Lo stress idrico si può gestire non facendo mancare l’acqua quando è necessaria. Questa sembra un’affermazione scontata ma non sempre si riesce a prevedere, basandosi sullo sviluppo della coltura e l’andamento stagionale previsto, quando la coltura ha realmente necessità di acqua. Nel caso dell’irrigazione a pioggia c’è da valutare anche l’avanzamento della fioritura. Se il mais è in fioritura è meglio non irrigare per non lavare (distruggere) il polline? O forse è meglio irrigare anche provocando problemi di fecondazione?

Irrigare o non irrigare?

Sicuramente portare ad una fase di stress avanzato la coltura del mais non è mai proficuo. Quindi se necessita acqua bisogna irrigare anche riducendo la quantità di polline presente. Meglio sarebbe anticipare l’irrigazione a pioggia all’inizio della fase di fioritura e di emissione del polline, quando c’è ancora una grande capacità dell’infiorescenza maschile a produrre polline anche nei giorni successivi l’irrigazione stessa.

Meglio irrigare a pioggia o a goccia?

L’irrigazione a goccia ha ancora costi elevati di gestione ma sicuramente è più flessibile nell’utilizzo permettendo di creare un microclima favorevole nella fascia di terreno esplorata dalle radici del mais. L’irrigazione a goccia permette anche di intervenire senza problemi nella fase di fioritura aumentando lo stato di salute della coltura nel momento della fecondazione. Questo tipo di irrigazione offre anche il vantaggio di utilizzare la somministrazione frazionata dei macro e micro nutrienti, quando e dove serve, riducendo sprechi e migliorandone l’efficacia. Ma lo strumento più necessario è quello che ci permette di monitorare lo sviluppo della coltura in tempo reale.

Quali strumenti tecnologici possono aiutare

Le mappe di vegetazione ottenute grazie alla rielaborazione delle immagini satellitari sono un validissimo strumento per monitorare, anche in utilizzo predittivo, lo sviluppo del mais e le crisi colturali dovute agli stress idrici e termici. Agrility è una piattaforma digitale di LG che permette di seguire lo sviluppo dell’appezzamento di mais e di verificare, grazie al NDVI lo stato di salute o di stress.

Tecnologia ed innovazione come supporti quotidiani

Inoltre Agrility offre la possibilità di stimare, in base all’andamento stagionale e all’accumulo delle informazioni, la produzione finale già a partire da 50 giorni prima la data di raccolta. La previsione diventa sempre più attendibile all’avvicinarsi della epoca di raccolta, fino a diventare molto precisa quando siamo a 3 settimane prima della maturazione fisiologica.

Oltre alla tecnologia cosa può aiutare?

La scelta di genetiche più adatte a ridurre gli effetti degli stress idrici e termici è un altro strumento per non avere impatti negativi sulla produzione. La ricerca genetica è sempre più attenta ed orientata alla riduzione dei rischi collegati alle situazioni ambientali estreme. Gli ibridi di mais più resistenti allo stress idrico e termico possono essere classificati Hydraneo.

La ricerca genetica al servizio di una agricoltura sostenibile

Hydraneo è una linea genetica di prodotti sviluppata da LG che integra, in una soluzione multigenica, una attività di sceening poliennale in campo. Il risultato è molto evidente nelle annate più difficili ma rimane chiaramente visibile anche nelle annate migliori quando, tra una irrigazione ed un’altra, si possono avere, nella pianta, dei segnali temporanei di stress.

Hydraneo aiuta anche nella fase di riempimento

L’ultima fase importante è la fase di riempimento ed accumulo dell’amido nella granella. Temperature elevate e carenze repentine di acqua possono provocare premorienza della pianta. Questa eventualità accorcia la fase di riempimento non permettendo la completa traslocazione degli zuccheri prodotti con la fotosintesi ed accumulati nella biomassa del mais, nella granella.

Genetica per la migliore chiusura della coltivazione

Genetiche con fasi di accumulo molto lunghe sono esposte maggiormente agli stress anche se hanno potenziali teorici superiori. Gli Ibridi di mais Hydraneo sono stati costituiti per ottimizzare la traslocazione anche in condizioni non ideali, riducendo la sensibilità all’andamento stagionale.
Più stabilità produttiva anno dopo anno stagione dopo stagione possono aiutare la redditività della coltura del mais molto di più di un andamento altalenante dei risultati.

Coltivare mais anche in un clima che sta cambiando

Scegliendo soluzioni tecnologiche avanzate, soluzioni genetiche specifiche e adottando una agrotecnica virtuosa si possono ridurre gli effetti di un clima in rapido cambiamento. Ridurre l’impatto degli stress significa stabilizzare i risultati e quindi la soddisfazione degli agricoltori che continuano ad investire su questa importante coltura.