Malattie dei cereali: quando applicare i fungicidi

Septoria, Ruggini e Fusarium. Tre le possibili tempistiche per applicare fungicidi, non tutte con la medesima efficacia: meglio scegliere i due momenti migliori

La difesa dei cereali dalle malattie fungine si può giocare in tre momenti differenti. Il primo e il secondo di questi, da scegliersi come alternativa l’uno dell’altro, vedono l’applicazione di fungicidi specifici contro Septoria e Ruggini. Queste malattie attaccano foglie e steli delle piante, mortificando i processi fotosintetici. Come conseguenza, diminuisce sensibilmente la capacità della coltura di sintetizzare amido e proteine, impattando pesantemente le rese finali. Nei casi più gravi si possono contare cali di produzione a due cifre percentuali.

In seguito, saranno gli attacchi alla spiga a preoccupare i cerealicoltori, poiché i funghi del genere Fusarium attaccano direttamente le cariossidi e le contaminano con micotossine dannose per la salute. Per tali ragioni, questi funghi necessitano di un trattamento specifico.

Non sempre sono però necessari due trattamenti, uno contro Septoria e Ruggini, l’altro contro Fusarium. La difesa dei cereali varia infatti da zona a zona e di anno in anno, in funzione anche delle piogge e del grado di umidità. Di certo, la corretta scelta dei momenti di impiego dei fungicidi è fondamentale per ottenere il massimo risultato finale.

Quando si trattano Septoria e Ruggini

Come detto, sono tre sono i momenti in cui è possibile applicare fungicidi contro le malattie del grano e dei cereali in genere. Il primo, contro Septoria e Ruggini, può coincidere con l’applicazione degli erbicidi di post-emergenza. Tale fase, conosciuta anche come T1, permette di ottimizzare tempi e costi, unendo due differenti pratiche fitosanitarie.

Il momento del diserbo, solitamente a fine inverno o a inizio primavera, non è però quello ottimale nei confronti di Septoria e Ruggini, pur permettendo di ottenere un controllo parziale di entrambe le malattie. Applicando così precocemente si deve infatti contare sulla buona persistenza delle sostanze attive utilizzate. Scelta poco razionale, questa, anche dal punto di vista dei fenomeni di resistenza. Contro di essi valgono infatti quattro regole auree:

  • L’alternanza di sostanze attive a differente modo d’azione.
  • L’adozione della corretta dose d’impiego, evitando sotto dosaggi.
  • La omogenea bagnatura delle piante tramite idonei volumi di acqua, ugelli efficienti, nonché velocità di avanzamento e pressioni di esercizio ottimali.
  • Tempistiche di intervento corrette in funzione dei cicli dei patogeni bersaglio.

Di conseguenza, trattare troppo presto fa sì che la concentrazione dei fungicidi sui tessuti vegetali non sia più quella ottimale nel momento in cui i patogeni sono ad essi sensibili. In sostanza, l’uso troppo anticipato dei fungicidi realizza in campo una condizione simile a quella che si ottiene sotto dosando i prodotti.

A lungo andare ciò facilita lo sviluppo di ceppi resistenti dei patogeni, rendendo inefficaci e quindi inutili intere famiglie di prodotti.

Foglia bandiera: tesoro da proteggere

Il momento ideale per la prima applicazione fungicida è quindi spostato di diversi giorni rispetto a quello ottimale per i diserbi, ponendo la foglia bandiera come obiettivo primario da proteggere. Risulta infatti strategico applicare nella fase nota come T2, o di fine levata, salvaguardando in tal modo la sanità di steli e foglie.

La foglia bandiera è in grado da sola di contribuire fino al 40% del riempimento delle cariossidi, quindi la sua sanità e il suo “stay green” sono la chiave di volta per l’ottenimento di grano di alta qualità. Ciò vale soprattutto quando si cerchino elevati tassi di proteine.

Inoltre, grazie all’adeguata protezione della foglia bandiera si sfrutteranno al meglio anche i fertilizzanti azotati distribuiti precedentemente, durante la fase di botticella. Considerando i prezzi attuali dei concimi, è quindi bene massimizzarne i benefici agronomici.

Fusarium della spiga e micotossine

Durante la maturazione delle cariossidi altri sono i patogeni che subentrano in campo. I funghi del genere Fusarium possono in tale fase impattare seriamente le rese finali, sia in termini quantitativi, sia qualitativi. Inoltre, essi moltiplicano la presenza di deossinivalenolo (DON), una micotossina le cui soglie di sicurezza per la salute umana sono particolarmente basse. L’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha stabilito infatti una dose accettabile giornaliera (DAG) pari a 1 microgrammo/kg di peso corporeo.

In termini di residui ammessi, per il DON sono stati proposti nuovi limiti di Legge ulteriormente prudenziali, passando dagli attuali 1.750 ppb a soli 1.250. Questo per il grano duro e per l’avena non lavorati. Per il grano tenero e tutti gli altri cereali i limiti scenderanno invece da 1.250 ppb a 1.000.

Quando applicare fungicidi contro Fusarium

Il momento ottimale per controllare le fusariosi della spiga è successivo a quello ideale per Septoria e Ruggini, richiedendo quindi una tempistica differente. Anche in tal caso, vengono talvolta applicate miscele fungicide in T2, ottenendo un parziale controllo anche di Fusarium. Ma tale approccio è sconsigliabile per le medesime ragioni sopra esposte in tema di trattamenti “erbicidi-fungicidi”.

I trattamenti specifici contro Fusarium devono infatti posizionarsi nella fase T3, a inizio fioritura, cioè subito prima che avvengano le infezioni del patogeno. Tale posizionamento consente peraltro di controllare anche eventuali attacchi tardivi di Ruggini, come per esempio quelli di Ruggine bruna.

 

Cosa usare contro Septoria, Ruggini e Fusarium

Dopo la revoca di clorotalonil, risolutivo su Septoria, e di procloraz, pilastro contro le fusariosi, rimangono comunque numerosi formulati autorizzati contro Septoria, Ruggini e Fusarium. Fra questi dominano numericamente i fungicidi triazolici. Questi agiscono come inibitori della sintesi degli steroli (Frac 3 – G1) e annoverano sei diverse sostanze attive: bromuconazolo, difenoconazolo, metconazolo, protioconazolo, tebuconazolo e tetraconazolo. Sono questi, in sostanza, i veri pilastri contro Fusarium.

Protioconazolo è disponibile anche in numerose miscele con sostanze attive a differente meccanismo di azione. Per esempio bixafen, inibitore della respirazione mitocondriale (Frac 7 – G2), fluopiram o benzovindiflupyr, anch’essi del gruppo Frac 7 – C2. Quest’ultima sostanza attiva è disponibile anche a sé stante. Infine, protioconazolo si trova in commercio anche miscelato a spiroxamina, la quale appartiene al gruppo Frac 5 – G2, agendo come inibitore della biosintesi degli steroli nelle membrane cellulari dei patogeni.

Anche tebuconazolo è disponibile in miscela, talvolta con bixafen, in altri casi con protioconazolo, con bromuconazolo o con difenoconazolo, anch’essi triazoli. Disponibile infine anche in miscela con azoxystrobin, una strobilurina (Frac 11 – C3).

Vi è poi la famiglia delle strobilurine. Trattasi di inibitori della respirazione mitocondriale come azoxystrobin e pyraclostrobin, anch’esso del Gruppo Frac 11 – C3. Pyraclostrobin è disponibile anche in miscela con fluxapyroxad (Frac 7 – G2).

Novità di recente introduzione, folpet: sostanza attiva normalmente impiegata contro la peronospora della vite. Questa sostanza attiva aggiunge al novero dei meccanismi di azione quello “multi-sito”, appartenendo al gruppo Frac M 04. Ottimo strumento quindi contro le resistenze.

Per il comparto biologico, specifico per Septoria si annovera Pythium oligandrum – ceppo M1, un microrganismo. Contro Fusarium è invece disponibile Trichoderma harzianum Rifai T-22, microrganismo anch’esso.