Mais e diserbi di pre o post-emergenza: valori e limiti
Le semine del mais sono imminenti e va quindi stabilito il programma dei diserbi: pre-emergenza, post-emergenza precoce o post emergenza? Vantaggi e svantaggi
Le semine del mais sono ormai prossime e insieme alle seminatrici andranno quindi pulite e tarate anche le attrezzature da diserbo. Le piogge giunte nel Nord Italia nella quarta settimana di febbraio hanno infatti fornito ai terreni una buona dotazione idrica, mentre le temperature risultano ormai favorevoli al germogliamento e all’emersione del mais.
L’anticipo delle semine è però stimolato da condizioni climatiche favorevoli anche alla germinazione delle infestanti. Un trend che è andato intensificandosi negli ultimi anni a causa dell’accorciamento dell’inverno e del conseguente anticipo delle condizioni primaverili.
Alcune malerbe sono poi già di per sé a nascita precoce, come Anagallis, Fumaria, papavero e veronica, accompagnate spesso da crucifere e poligonacee. Molte di queste possono essere temporaneamente azzerate dalle ultime lavorazioni di pre-semina, ma presto torneranno a minacciare il mais nel corso del suo primo sviluppo. In tale fase si affiancheranno anche altre infestanti, come Fallopia, Solanum, amaranto e chenopodio, incluse due delle malerbe più temute dai maiscoltori: Abutilon fra le dicotiledoni e sorghetta tra le foglie strette.
Le possibili strategie di controllo
Tre le strategie possibili: i diserbi di pre-emergenza, applicabili in alternativa anche come post-emergenza precoce, e i diserbi di post-emergenza classica. In ognuno di questi timing si potranno applicare miscele già pronte a più vie, oppure comporre miscele estemporanee in funzione della specifica situazione di campo che si deve fronteggiare.
- Diserbi di pre-emergenza: l’erbicida dovrà essere distribuito su terreno nudo contestualmente alla semina, cioè subito prima o subito dopo. L’efficacia anti-germinello di questi prodotti impedirà l’emergenza delle malerbe, mantenendo il mais al sicuro dalla loro competizione.
- Diserbi di post-emergenza precoce: in alcuni casi è possibile ritardare l’intervento fino a che il mais abbia emesso 1-2 foglie vere, con alcuni prodotti anche tre, intervenendo quindi nell’ultimo momento utile per gli erbicidi normalmente impiegati in pre-emergenza. Ciò permetterà di spostare in avanti la finestra di efficacia del trattamento, rendendo talvolta inutili i diserbi di post-emergenza piena. Unico requisito indispensabile: che nella miscela vi siano sostanze attive capaci di controllare le infestanti ai primissimi stati post-germinazione (es. famiglia chimica dei trichetoni).
- Diserbi di post-emergenza piena: di solito effettuati con il mais fra le 3 e le 6 foglie, in alcuni casi fino a otto, pur sapendo che in tal caso aumentano i rischi di fitotossicità per la coltura. Questi prodotti agiscono penetrando nei tessuti fogliari delle malerbe, con alcune sostanze attive che possono però agire anche per assorbimento radicale. L’efficacia di tali applicazioni è legata allo stadio di sviluppo delle infestanti, che non deve mai essere troppo avanzato, come pure dal loro grado di ricettività all’erbicida: piante stressate, per esempio, assorbono male il prodotto risultando quindi meno sensibili. In tale segmento tecnico rientrano anche le pratiche di diserbo meccanico, da effettuare tramite sarchiature/rincalzature. Scelta consigliabile in ottica antiresistenza.
Vantaggi e limiti dei diserbi di pre-emergenza e dei post-precoci
Un efficace diserbo di pre-emergenza permette di sfruttare la persistenza dei prodotti impiegati, solitamente sufficiente a coprire oltre un mese di tempo, in special modo se riattivati da piogge di leggera o media entità. È il cosiddetto “effetto richiamo” che consente a questi erbicidi di esplicare la propria efficacia anche sulle malerbe a nascita molto scalare, con individui germinati a molti giorni dalla semina.
Se le condizioni del terreno e del meteo sono favorevoli, spesso il diserbo di pre-emergenza o di post-precoce sono sufficienti a mantenere pulito il terreno sino al momento in cui il mais, chiudendo le file, soffocherà lui stesso le nascite delle nuove malerbe.
Un limite a questo approccio tecnico deriva dall’eventuale assenza di piogge. In tal caso, le infestanti germineranno e cresceranno più scalarmente, con la possibilità che esplodano alla prima pioggia utile quando ormai i diserbanti sono alla fine della loro finestra di persistenza. Ciò ne limiterà l’efficacia, obbligando a entrare nuovamente in campo con gli appositi erbicidi di post-emergenza.
Vantaggi e limiti dei diserbi dei post-emergenza classica
Il diserbo di post-emergenza classica permette di individuare e soppesare al meglio la composizione della flora spontanea, componendo miscele ad hoc altamente specifiche e quindi molto efficaci. Inoltre, si va a compensare l’eventuale mancanza di efficacia dei diserbi di pre-emergenza, salvando la situazione fino alla raccolta.
Tra gli svantaggi, soprattutto se ci si affida esclusivamente a questo timing applicativo, va invece considerato il rischio di condizioni meteo sfavorevoli. In caso di piogge che impediscano l’intervento, per esempio, le malerbe possono crescere fino a livelli ai quali divengono meno sensibili, come pure il mais avanza anch’esso nel proprio ciclo aumentando così i rischi di fitotossicità.
Il problema delle resistenze
Alcune sostanze attive stanno mostrando cali di efficacia nei confronti delle infestanti. Ciò obbliga ad ampliare le scelte tecniche anche questo tema. Alternare erbicidi di pre-emergenza o di post precoce con altri di post-emergenza piena consente di contrastare tale fenomeno a tutto vantaggio anche delle colture poste in rotazione con il mais, come per esempio riso, soia, colza e cereali a paglia.
Le sostanze attive utilizzabili in pre-emergenza e post-precoce:
Nota: i formulati contenenti S-metolachlor, da solo o in miscela, saranno utilizzabili fino al 23 luglio 2024. Dopo tale data il graminicida non potrà più essere impiegato. Quanto alla terbutilazina, questa sostanza attiva ha ottenuto l’approvazione a livello europeo fino al 31 dicembre 2024. Anche nel 2024 vi possono però essere delle restrizioni all’uso in caso il diserbante sia già stato impiegato l’anno precedente. Le normative hanno infatti stabilito che i formulati contenenti terbutilazina possono essere utilizzati sul medesimo appezzamento solo un anno ogni tre. Inoltre, la dose massima consentita per la sostanza attiva è di soli 850 grammi per ettaro.
Nel mercato esistono differenti principi attivi, in purezza e in miscela, che permettono di affrontare il controllo delle infestanti in pre-emergenza o in post-emergenza precoce. La scelta del migliore prodotto da usare è legata anche alla storicità delle infestanti presenti.